L’emergenza abitativa studentesca è emersa con particolare forza nello scorso autunno: numeri preoccupanti, come gli aventi diritto all’alloggio (2977) a fronte dei posti letto disponibili (1557), che rappresentano un bisogno sociale insoddisfatto. La mobilitazione studentesca è riuscita a imporre il tema a livello cittadino e ad aprire spazi politici interessanti, come la chiusura dell’accordo privato fra INAIL e DSU sulla ristrutturazione dell’ex casa dello studente di via Paradisa e i passi indietro dell’amministrazione comunale sull’immediata alienazione del convento di Santa Croce in Fossabanda.
Tuttavia, nonostante le rassicurazioni ricevute dalle istituzioni, ad oggi non è stato messo a disposizione degli studenti borsisti pisani un alloggio in più rispetto al settembre scorso. Con l’aggravamento delle condizioni economiche del Paese che hanno portato all’aumento degli idonei alla borsa di studio, esiste il rischio concreto che la graduatoria alloggi non venga esaurita prima della pubblicazione del prossimo bando. Per la prima volta a Pisa, quindi, si avrebbero degli studenti aventi diritto all’alloggio che non lo ricevono per tutta la durata dell’anno accademico in corso, con scarse certezze di ottenerlo subito all’inizio di quello successivo!
Nel frattempo, nell’ambito del DSU, qualcosa si muove e qualcos’altro resta colpevolmente fermo. La Commissione residenze del 21 marzo ha affrontato due situazioni calde: l’ipotesi di prendere in concessione l’ex convento di proprietà comunale Santa Croce in Fossabanda e l’attivazione della residenza di via da Buti.
Resta irrisolta la vicenda di via da Buti. L’edificio è stato inaugurato ben 4 volte come residenza universitaria, ma ancora la sua attivazione pare lontana. La Commissione residenze del 21 marzo ha chiarito alcuni elementi: l’immobile, consegnato dal Comune il 18 gennaio scorso, ha presentato sin da subito evidenti problemi di infiltrazioni e umidità che richiedono lavori di impermiabilizzazione. La struttura non è stata evidentemente consegnata nelle condizioni dovute dal Comune, però è inaccettabile che in questi due mesi il DSU sia stato fermo a fronte dei tanti studenti in graduatoria che aspettano l’alloggio che spetta loro. A questo si somma una difficoltà di tipo giudiziaria, poiché il ricorso di una delle ditte che ha partecipato alla gara per gli arredi della residenza sta rallentando la possibilità di allestire le camere.
Sono state, pertanto, definite delle scadenze precise che l’Azienda si è impegnata a rispettare: in primo luogo, esecuzione dei lavori di impermiabilizzazione entro il 30 marzo; attivazione dell’aula studio al piano terra entro il 15 aprile; avvio montaggio cucine e camere della residenza entro il 30 aprile. Per quanto ci riguarda, queste scadenze rappresentano una sorta di ultimatum: gli anni persi per l’apertura di questa residenza gridano vendetta e gli studenti non sono più disposti a vederla chiusa.
Per quanto riguarda, invece, Fossabanda, la commissione ha effettuato una prima valutazione dei costi di attivazione di una mensa e di una residenza all’interno dell’immobile. Dal sopralluogo tecnico, risulta possibile realizzare 90 alloggi e una mensa con 240 posti a sedere nella struttura con un ammontare di investimenti sostenibili. E’ stato dato mandato all’Azienda di aprire una trattativa con il Comune su due punti fondamentali: il canone di locazione e la durata dell’affitto. Chiediamo all’amministrazione comunale di assumere un’ottica solidaristica fra enti pubblici, piuttosto che una pura relazione di mercato, e di sostenere convintamente questa opzione, che consente di rispondere a un’istanza sociale e sottrarre un pezzo di patrimonio pubblico all’inutilizzo o alla vendita a privati.
Le lungaggini burocratiche e le insufficienze politiche su questo tema ci portano a tenere alta l’attenzione e a non abbassare la guardia. Il tempo delle promesse è scaduto, servono soltanto fatti concreti!