blocco consiglio ing FBDopo il presidio convocato il giorno 17 marzo fuori al consiglio di scuola, la vicenda legata agli appelli d’esame è entrata nel vivo. Andando per ordine:

 

  • Così come deciso nella partecipatissima assemblea di ingegneria, fuori al consiglio sono accorsi più di un centinaio di studenti ed è stata chiesta immediatamente una seduta aperta, per poter assistere tutti al dibattito all’interno del consiglio che avrebbe influito direttamente sul futuro degli appelli straordinari.

 

  • Il presidente del Consiglio di Scuola ha deciso però di non aprire le porte perchè “non previsto dalle procedure”, negando di fatto la trasparenza del consiglio verso l’esterno, su un argomento che è di interesse di tutta la popolazione studentesca.

 

  • Si è aperta poi la discussione all’interno del consiglio sugli appelli straordinari con un intervento da parte di un docente che ha messo giustamente in dubbio tutte le scelleratezze riguardo gli appelli straordinari, approvate durante il consiglio precedente. Alla fine dello stesso, con le parole del presidente di Scuola: – “non si può tornare indietro” -, si è annunciata da subito la negazione di qualsiasi proposta di modifica alle nefandezze decise precedentemente.

 

  • In reazione a quanto detto, i nostri rappresentanti sono intervenuti denunciando la mancanza di trasparenza e democraticità del consiglio di scuola, in relazione al fatto che una discussione del genere necessitava di almeno un passaggio istruttorio nella commissione paritetica studenti-docenti, e che fosse illegittimo l’inserimento di un punto di discussione riguardante la rimozione degli appelli straordinari. Un modus operandi che avrebbe permesso ad una minoranza dei docenti di fare una forzatura e decidere per tutti senza una discussione approfondita,  mettendo a repentaglio anni e anni di diritti conquistati.

 

  • Dopo l’intervento i rappresentanti hanno deciso in comune accordo di abbandonare l’aula, considerando che ormai nel consesso si preannunciava una discussione tutt’altro che democratica e trasparente. Il consiglio è stato dunque bloccato da tutti gli studenti presenti all’esterno dell’aula e, una volta sospesa la seduta, è stata convocata un’assemblea aperta alla quale sono stati invitati caldamente i docenti, rimanendo dunque a discutere con tutti gli studenti. Solo una piccola parte dei docenti ha però deciso di rimanere nell’aula, e con questi si è intrapreso un dibattito molto costruttivo e dai toni pacati.

 

Riaperta la partita:

Dopo il blocco del consiglio abbiamo ottenuto 3 diversi tavoli di discussione all’interno della scuola d’ingegneria riguardo l’organizzazione degli appelli, gli stessi tavoli che di norma avrebbero dovuto essere convocati mesi fa. Inoltre è stata fissata per il giorno 1 aprile la riunione della commissione didattica d’Ateneo, la quale dovrà dare interpretazione ufficiale al regolamento didattico, sfatando una volta per tutte l’inconsistenza e l’illegittimità della delibera del consiglio di scuola che sottopone fuori corso e altre categorie di studenti alla fortuna di avere colleghi lavoratori che chiedano l’appello. Il tutto passerà poi in senato accademico il 15 aprile.

 

Le carte si svelano:

In vista del prossimo consiglio di scuola alcuni dei docenti si stanno organizzando per riproporre quello che in questi anni è sempre stato il fine ultimo di ogni discussione di questo tipo: la riduzione del numero di appelli ordinari.

Non possiamo permettere che venga sferrato definitivamente un attacco del genere sui diritti di tutti gli studenti, un attacco tanto generale quanto ideologico, secondo il quale una riduzione degli appelli sarebbe “per il bene degli studenti”. Se non fosse stato bloccato il consiglio, oggi non avremmo più appelli strardinari e molto probabilmente non avremmo nemmeno 7 appelli ordinari.

 

Per questo chiediamo a tutti gli studenti di informarsi e mantenere alta l’attenzione sulla vicenda, non delegando ad altri ma partecipando attivamente quando sarà necessario.

Il futuro degli appelli dipende da tutti noi.

 

Informati, partecipa, difendi i tuoi diritti.