Ci siamo mossi su diversi canali per far rispettare i diritti di questi studenti: negli organi del DSU e dell’ateneo abbiamo riportato il problema e spinto per una immediata soluzione. In particolare, abbiamo chiesto che il DSU riconosca la monetizzazione del servizio per i mesi durante i quali non è stato possibile erogarlo, procedendo parallelamente all’apertura di nuovi punti ristorazione per sopperire alle attuali mancanze. Vogliamo difendere il modello toscano di diritto allo studio basato su servizi essenziali come posto alloggio e ristorazione, anziché puntare sul solo contributo monetario al borsista, ma è fondamentale intervenire in modo diverso quando per qualsiasi motivo non è possibile garantire l’accesso al servizio.
A seguito delle pressioni esercitate, il DSU ha finalmente risposto positivamente, assicurandoci che l’Azienda si sta muovendo per attivare servizi di ristorazione nelle sedi decentrate e che procederà immediatamente con un provvedimento dirigenziale volto al rimborso dei mesi in cui è venuta a mancare la fruizione di tali servizi. Questo dimostra che con una buona rappresentanza focalizzata a migliorare i diritti degli studenti, con le mobilitazioni degli studenti stessi e con la capacità di individuare soluzioni concrete si possono ottenere miglioramenti concreti per i borsisti e la generalità degli studenti.