Lo scorso Consiglio di Scuola avrebbe dovuto discutere e approvare, nel caso con modifiche minime, la proposta uscita all’unanimità nella prima commissione paritetica studenti docenti convocata dopo l’occupazione.
Essa inizialmente prevedeva 7 appelli ordinari e 2 straordinari orali, per i quali, a discrezione dei corsi di studi, si sarebbero potuti prevedere anche prove scritte o pratiche.
Dopo un lavoro durato mesi, e grazie anche alla tanto criticata occupazione, sembrava quindi di essere arrivati a un compromesso, salvando comunque i diritti guadagnati dagli studenti nel corso degli anni.
In Consiglio però non è andata come previsto.
Infatti, dopo un primo intervento a favore, alcuni professori hanno presentato una nuova proposta in contrapposizione a quella della commissione didattica.
Di fatto la volontà di questi pochi docenti era sì di prevedere i sette appelli ordinari, ma lasciando facoltà ai singoli corsi di prevedere o meno gli appelli straordinari prevedendone uno annuale come misura minima invece che due.
La nuova proposta, immotivata dal punto di vista didattico e trasportata più da consensi basati su convizioni personali dei singoli docenti, ha ricevuto consensi dalla maggioranza dei professori. Il consiglio si è concluso nella confusione generale demandando alla commissione didattica la discussione sulla parte relativa agli appelli straordinari.
La successiva riunione della commissione didattica paritetica è stata un nulla di fatto: incapaci di porre giustificazioni didattiche adeguate rispetto alla possibile eliminazione di un appello straordinario da parte di molti corsi, i docenti hanno preferito puntare sulla mera motivazione ideologica, forti della votazione che era avvenuta precedentemente in consiglio di Scuola.
Ovviamente non abbiamo fatto passi indietro e abbiamo dato parere contrario alla possibilità di poter prevedere un solo appello straordinario come misura minima stabilita.
La commissione, spaccata in due, non ha quindi potuto decidere riguardo il nuovo regolamento degli appelli demandando nuovamente al Consiglio di Scuola successivo questo compito.
Giovedì 16 Luglio si svolgerà il prossimo Consiglio di Scuola, dove verrà messa in discussione l’intera legiferazione degli appelli e quindi si decideranno le sorti degli appelli straordinari.
Abbiamo chiesto che vista la situazione, il consiglio fosse aperto agli studenti che vorranno partecipare in qualità di uditori, ma ancora una volta questa richiesta è stata negata ingiustamente da parte del presidente della Scuola, motivandola attraverso la seguente email:
“Gentili colleghi e studenti.
Alcuni rappresentanti degli studenti hanno fatto, in un messaggio destinato a tutti voi, pubblicamente la seguente richiesta formale:
“Di fronte a quanto si prospetta, chiediamo formalmente che il Consiglio di Scuola di giorno 16 Luglio sia aperto a tutti gli studenti, che faranno semplicemente da uditori.”Mi è apparso subito evidente che tale richiesta fosse rivolta al sottoscritto e che pertanto toccasse a me valutarla.
Essendo il messaggio contenente la richiesta destinato a tutti i consiglieri, peraltro, mi è sembrato opportuno indirizzare anche la risposta a tutti voi.
La richiesta non mi sembra corredata di motivazioni chiare. Fa nascere inoltre immediatamente perplessità sul condizionamento che una presenza di esterni al Consiglio (presumibilmente molto numerosa) possa attuare nei confronti della libera espressione delle opinioni e del voto da parte dei Consiglieri.Per la valutazione occorre considerare anche le seguenti informazioni, fornitemi da organi competenti di ateneo:
1) le riunioni degli organi universitari non sono pubbliche; sono ovviamente pubblici gli atti adottati quale espressione delle proprie volontà; 2) la presenza di soggetti estranei alla composizione dell'organo può costituire elemento tale da inficiare le decisioni adottate; ciò in virtù del fatto che tale presenza potrebbe costituire elemento di condizionamento di un qualche componente dell'Organo al momento del voto; è fatta salva la presenza di personale necessario per lo svolgimento delle funzioni di supporto amministrativo; 3) la presenza di uditori è una decisione del presidente che deve darne le motivazioni all'Organo: caso tipico potrebbe essere quello del soggetto invitato in qualità di esperto della materia per rappresentare un qualche argomento di pertinenza dell'organo;Confermo pertanto che, sulla base sia del mio convincimento che delle informazioni ricevute dagli organi competenti di ateneo, non posso accettare la richiesta degli studenti.
Massimo Ceraolo”