Oggi in Senato Accademico è stata approvato il nuovo regolamento tasse, che determina gli importi della contribuzione per gli studenti.
La proposta attuale, che per molti aspetti trova il nostro accordo, anche alla luce dell’accoglimento di molte delle richieste che abbiamo portato, prevede:
- Un innalzamento della NOTAX area dall’attuale 18.000 a 22.000 euro di ISEE.
- Diminuzione della tassa massima da 2.340€ a 2.296€.
- Un decremento della contribuzione del -5,20% per la fascia tra 22.000 e 36.000 di ISEE, del -2,51% per la fascia da 36.000 a 54.000 e dell’ -1,88% per la fascia tra 54.000 e 72.000 euro di ISEE.
- Diminuzione della contribuzione per lo studente a tempo parziale dal 65% al 60%.
- La creazione della categoria dello studente In Corso-Inattivo: quest’ultimo è colui che, pur essendo in corso, ovvero iscritto ad un numero uguale alla durata normale del corso più un anno, non ha acquisito 10 CFU (se è al primo anno) o 25 CFU (se è iscritto da più di un anno) nel precedente anno accademico. La creazione di questa nuova categoria, per cui è prevista una maggiorazione di 70€, comporta un miglioramento per molti studenti, i quali precedentemente rientravano semplicemente nella categoria degli inattivi, con una maggiorazione di 267€.
Queste modifiche ci trovano d’accordo laddove sono migliorative rispetto all’attuale regolamento, come l’estensione della NO TAX area e la generale diminuzione delle tasse soprattutto per le fasce intermedie. Una diminuzione distribuita e un allargamento della NO TAX area sono un passo importante verso un’università accessibile a tutti e slegata dalla contribuzione degli studenti per la sua sopravvivenza, che invece dovrebbe essere garantita e finanziata dai contributi statali.
In ogni caso continueremo a chiedere almeno un allineamento della NO TAX area alle soglie massime nazionali previste per la borsa di studio (23.000€ di ISEE) ed un potenziamento dello “studente a tempo parziale”, soprattutto nella pubblicizzazione dello strumento.
L’aspetto che invece riteniamo critico e che quindi ci vede contrari è la presenza di “studenti multati”, ossia lo strumento dell’’inattività, non strettamente esplicitato e prevista dalla Legge di Stabilità.
Crediamo infatti che, oltre a rappresentare uno strumento completamente sterile rispetto alla velocizzazione delle carriere, risulta anche di distorta applicazione, poiché il conteggio avviene su base 5 e gli esami nella nostra università sono in base 3. Ciò significa, nei fatti, che uno studente, normalmente, risulta inattivo finché non consegue almeno 27 cfu a fronte dei 25 richiesti sulla carta poiché si ritrova con un piano didattico strutturato in esami con un numero di crediti multiplo di 3.
Inoltre possono trovarsi a risultare inattivi tutti quegli studenti che, pur trovandosi in situazione di difficoltà, o con esigenze esterne all’università imperative, si impegnano comunque in un percorso accademico, seppure con tempi diversi da quelli considerati “normali” sulla carta (lavoratori, genitori, donne incinte, ecc). Studenti che riteniamo, invece, che dovrebbero essere sostenuti durante tutto il percorso.
Da ultimo, non sempre risulta fattibile conseguire il numero di crediti richiesto con le tempistiche adatte a non risultare inattivo. Per esempio uno studente in tesi,o che sta affrontando un tirocinio, oppure che si ritrova con molti esami a moduli potrebbe non riuscire a concludere e certificare i crediti conseguiti in tempo utile, risultando quindi inattivo seppure inattivo non è.
Ci è stato promesso un lavoro puntuale per riconoscere queste situazioni al fine di migliorare il regolamento l’anno venturo perciò non mancheremo quindi di farci carico di controllare che questo lavoro prenda il via, segnalando tutte quelle situazioni critiche di cui, per esperienza di studenti, siamo a conoscenza.
Il lavoro quindi non è concluso: continueremo su questa strada affinché la contribuzione studentesca sia quella dei nostri ideali, ossia quelli di una Università pubblica e gratuita!