Apprendiamo la scelta del Rettore Paolo Maria Mancarella di nominare Francesco Paolo Tronca come componente esterno del consiglio di amministrazione. Questa scelta non può che trovarci in totale disaccordo.
Il prefetto Francesco Paolo Tronca, pur con un curriculum in cui si evince una storia al servizio delle istituzioni – prima in polizia e poi nella carriera prefettizia-,non può trovare la nostra approvazione.
Durante la sua carriera il prefetto Tronca non ha, tranne in pochi casi e molto recenti, mai ricoperto incarichi che denotino una conoscenza dell’ambiente accademico ed universitario nei suoi meccanismi propri. Inserire figure totalmente estranee al mondo accademico e al territorio è una degenerazione evidente della Riforma Gelmini del 2010, che introdusse per la prima volta la figura dei componenti esterni nei Consigli di Amministrazione degli Atenei. Il Governo sostenne tale decisione affermando che ciò avrebbe permesso di costruire legami più forti tra le università ed i propri territori, inserendoli meglio nel loro tessuto sociale, culturale ed economico. Già allora i movimenti studenteschi sottolinearono i rischi di tale scelta: sempre di più si sarebbe rischiato di inserire persone totalmente avulse dal contesto universitario e dal mondo della ricerca. La scelta di inserire un prefetto come Tronca dentro il CdA dell’Università di Pisa non fa che confermare tale previsione. In cosa dovrebbe giovare all’Università la presenza del Prefetto Tronca nel proprio CdA? In cosa, se non per creare una notizia ad effetto, mostrando le affinità tra gli attuali vertici dell’ateneo pisano e le pratiche mostrate da Tronca nelle sue esperienze prefettizie? Infatti, durante il periodo in cui è stato chiamato a ricoprire l’incarico di commissario della Capitale, la sua azione si è contraddistinta per una totale volontà di normalizzazione nella gestione città, con una forte campagna di sgombero di realtà autogestite e occupazioni senza mai cercare una via alternativa, improntata al dialogo sociale.
Chi è scelto per ricoprire un incarico nel CdA di un ateneo dovrebbe essere persona capace di ascoltare le esigenze ed i bisogni che in quell’ateneo vengono espressi, con una potente conoscenza del sistema accademico, nella volontà di costruire collettivamente, passo dopo passo, il miglioramento dell’Università. Riteniamo che la scelta di Tronca, che il Rettore ha voluto in CdA, non vada in questa direzione.
Sinistra Per…
Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani – Pisa
Federazione Lavoratori della Conoscenza – CGIL – Pisa