Il Bilancio Consuntivo 2012 d’ateneo ci consegna due dati, l’uno disarmante, l’altro estremamente preoccupante, in merito alla contribuzione studentesca.
E’ estremamente preoccupante che nel 2011 il rapporto tasse/FFO è stato del 22%, eccedendo il limite imposto dalla Legge. Nonostante le continue rassicurazioni dell’Amministrazione, che indicavano uno sforamento massimo dello 0,5% (quota tollerata dalla Legge), oggi sappiamo che lo sforamento è più che quadruplo.
Ribadiamo, come affermato in passato, che l’Ateneo, avendo chiesto agli studenti più tasse di quanto era legittimato a riscuotere, deve restituire tramite rimborso agli studenti iscritti nel 2011 i circa 4M€ prelevati indebitamente. Chiediamo che il Rettore esca dal silenzio di questi giorni e prenda una posizione rispetto al rimborso, che per noi è una misura dovuta. Pretendiamo, inoltre, che ci sia un momento pubblico nel quale il Rettore illustri i dati e le motivazioni dello sforamento e come ha intenzione di compensare questo danno, perché non crediamo che la discussione debba essere limitata a una trattativa fra Amministrazione e rappresentanti degli studenti, quanto invece più pubblica e condivisa possibile. Infine, il dato del 2011 dà maggiore forza alla nostra opposizione all’aumento delle tasse, già deliberato dal CdA, per una parte dei fuori corso a partire dall’a.a. 2014-2015: dopo quanto accaduto nel 2011, un aumento della contribuzione studentesca di qualsiasi natura risulta inaccettabile e politicamente incline a scaricare sempre più sugli studenti la sostenibilità del sistema.
E’, invece, disarmante che l’Ateneo abbia calcolato il rapporto tasse/FFO prendendo i dati del 2011 e rapportandoli alla normativa vigente, cioè la Spending Review del 2012, con un’interpretazione criticabile della legge: l’Amministrazione ha escluso dal calcolo l’intera contribuzione degli studenti fuori corso (circa 18M€) invece di escluderne solo l’eventuale aumento. Considerando che il denominatore cresce perché oltre all’FFO si sommano le altre entrate statali (borse di studio, fondo giovani, piani di sviluppo), il risultato è il depotenziamento decisivo della soglia del 20% nel rapporto fra contribuzione studentesca e finanziamenti statali, che crolla al 12,39%. Con questa interpretazione l’ateneo è libero di aumentare a dismisura nei prossimi anni le tasse universitarie pagate da tutti gli studenti: prima di toccare il 20%, saranno possibili aumenti per gli studenti regolari fino al 63%, mentre per gli studenti fuoricorso entro i limiti imposti sempre dalla Legge 135/2012 (25% per ISEE <90’000€, 50% per ISEE >90’000€ e <150’000€, 100% per ISEE >150’000€).
Perché l’Amministrazione ha scelto questa discutibile interpretazione della Spending Review? Forse si tratta di un sintomo che cela una volontà politica di avere le mani libere sulla contribuzione studentesca? Se pensiamo che dal 2014 il D.M. 49/2012 prevede la possibilità di reclutare nuovi docenti legata proprio alla contribuzione studentesca, e che il Decreto A.V.A. (47/2013) imporrà requisiti molto più stringenti di quest’anno per mantenere un corso di studi aperto, pena la sua chiusura o l’inserimento del numero chiuso, c’è il rischio che nel prossimo anno si consumerà un delitto perfetto: gli atenei per assumere e mantenere i corsi di studio aperti, potranno alzare le tasse studentesche, senza praticamente più il vincolo del 20%.
L’Ateneo non vorrà mica avallare questa linea dell’ex Ministro?