Ripercorrendo quella che è stata la vicenda che ha portato all’inaugurazione di ieri, ricordiamo che tutto ebbe inizio il 29 Novembre 2021, giorno in cui venne lanciata l’action week: in quell’occasione attaccammo in ogni bagno dell’università un cartello per indicare che quel bagno fosse neutro.
A seguito di quella vicenda, che ha visto anche una risposta di qualche partito di destra, evidentemente fuori luogo, l’Ateneo ha mostrato il suo interesse chiedendoci di fare un sopralluogo dei bagni per capire in quali fosse fattibile l’adozione di questa misura.
Dopo qualche mese, ci è stato chiesto di scegliere il simbolo che meglio avrebbe potuto indicare il bagno neutro e la comunità di riferimento. Consapevoli della normativa sanitaria e dell’adeguamento che si stava effettuando, abbiamo chiesto che la scritta da inserire sulle porte dei bagni fosse la più semplice, ma anche la più efficace per il messaggio che volevamo lanciare: “bagno”. Volevamo che sulle porte (e questo si sarebbe potuto fare in tutti i bagni e non soltanto in 86) si indicasse che quello fosse semplicemente un bagno. In questo modo tutti si sarebbero potuti sentire liberi di entrare indistintamente, senza chiedere scusa a nessuno. Desideravamo anche indicare che tutti i bagni dovessero essere allo stesso modo puliti e, soprattutto, sicuri.
Ieri si è tenuta l’inaugurazione dei suddetti bagni ‘neutri’. La creazione dei quali, nonostante il nostro disappunto, è avvenuta attaccando qualche sticker accanto ai simboli uomo e donna nei bagni in cui questo fosse possibile.
Per l’inaugurazione è stato accuratamente scelto uno dei bagni in cui il numero di simboli sulle porte fosse parificato, ma invitiamo chiunque ci stia leggendo ad andare negli altri bagni in cui è stato fatto questo. In molti, l’effetto prodotto è quello che più temevamo : una ghettizzazione.
Spesso su dieci porte, 9 sono contrassegnate da simboli binari e uno solo è dedicato ai soggetti non binari, attraverso un simbolo che abbiamo più volte sottolineato non essere adeguato in quanto indica l’orientamento bisessuale, anche se è comunemente usato in Svezia per indicare i bagni neutri: nulla a che fare con l’identità di genere.
Questa può sembrare una critica superficiale, ma in realtà nasconde il pericolo dal quale sin da subito abbiamo messo in guardia l’Ateneo, cioè che questa scelta costringa al coming out forzato, non rendendo i bagni un luogo sicuro e creando anzi un ghetto. Senza contare che non si è neanche utilizzato il simbolo giusto. è quindi evidente che tutto ciò non risolva la situazione.
L’unica vera soluzione a questo problema è un mutamento radicale della società e della normativa nazionale che rende obbligatoria una divisione binaria dei bagni. In attesa di questo cambiamento, la scelta più valida sarebbe stata quella della scritta “bagno”.
Siamo convinti che, nonostante tutto, si sia fatto un piccolo passo in avanti verso il cambiamento della società, ma si tratta di un miglioramento di facciata.
Noi rivendichiamo i bagni neutri, ma rifiutiamo le misure di facciata!