Ci siamo presi un giorno intero prima di scrivere questo comunicato, per mettere da parte lo sconcerto e analizzare a mente fresca quanto accaduto in quello che, in origine, avrebbe dovuto essere un Senato Accademico interamente dedicato alle mozioni della componente studentesca. Come studenti del movimento End Fossil, infatti, lo avevamo chiesto e ottenuto a gennaio, per discutere le richieste venute fuori dall’occupazione di ottobre. La seduta fu calendarizzata per il 14 marzo, allargata alla discussione sul tema bellico.
Da quando lo abbiamo saputo, con tutta la componente studentesca interessata e le organizzazioni di movimento, ecologiste e che si battono per la Palestina libera, abbiamo iniziato a studiare ancora di più, a ricercare fonti, analizzare dati, a spendere tempo per scrivere mozioni e richieste.
In un clima politico un po’ mutato dopo il 23 febbraio, le mozioni alla fine presentate contenevano svariate richieste, da quella che chiedeva i corridoi umanitari a quelle che chiedevano di cessare i rapporti con le università israeliane; altre mozioni chiedevano poi di prendere posizione contro POSSIBILI atti genocidari (riprendendo la pronuncia preventiva della Corte di giustizia dell’Aia), altre ancora la cessazione degli accordi con le aziende coinvolte nell’industria bellica.
Per garantire ordine alla discussione e allo stesso tempo dimostrare l’unità del movimento Studenti per la Palestina, che da tempo riempie le strade e le aule della Città, abbiamo scritto una mozione unitaria, che comprendesse tutti i punti in comune alle mozioni presentate dalle diverse organizzazioni, qui riportate in maniera non esaustiva.
Tutti sforzi inutili.
Nonostante la pantomima di fare entrare 3 studenti per mozione, per un totale di 12 studenti esterni (più i 3 senatori di Sinistra Per…, il Senatore dell’UdU e i 2 rappresentanti in CdA, invitati ad assistere), nonostante la nostra esposizione delle mozioni con la massima precisione, nonostante le provocazioni a cui non abbiamo dato adito e nonostante la difficoltà a tenere salda l’attenzione sulle nostre richieste, alla fine il dibattito vero non c’è stato.
Certo, alcuni docenti senatori hanno risposto nel merito delle richieste, sia a favore che contro, riportando con attenzione le loro posizioni e cercando di contribuire alla costruzione di un posizionamento realmente unitario da parte dell’Università sulla crisi israelo-palestinese. Alcuni hanno anche sostenuto attivamente le richieste, soprattutto chi aveva ricevuto il comunicato dell’Assemblea del Fibonacci (un documento a sostegno delle richieste studentesche proposto da un’assemblea di quasi 300 persone nell’area di informatica, fisica e matematica).
Quando però (intorno alle 12) tutti gli esterni sono stati invitati a uscire, e dentro sono rimasti solo i membri effettivi, il Rettore ha proiettato tre testi mai visti, evidentemente preparati in precedenza, che riportavano il posizionamento che voleva il Senato prendesse. Chiaramente emendabili, ma che non erano stati inseriti tra le istruttorie in maniera tale da poter presentare emendamenti degni di tal nome, e che quindi annichilivano il ‘dibattito’ della mattina sulle mozioni.
Dopo quasi 9 ore di Senato, ci siamo resi conto che quello della mattina è stato di fatto solo un ascolto passivo e di facciata. Le nostre mozioni, il nostro lavoro, le nostre richieste, erano state stralciate. Ci è stato addirittura detto che ci dovevamo accontentare perché ‘è già tanto che c’è stato dato questo Senato, con queste modalità anomale’. Sappiamo benissimo che non è scontato, sappiamo benissimo che con mesi e mesi di mobilitazioni siamo stati in grado di dettare l’agenda del Senato, ma ciò non giustifica l’esautorazione della discussione!
Per carità, delle richieste soddisfatte ci sono state: per esempio, si cercherà di aprire corridoi umanitari e verrà rivista la definizione di antisemitismo adottata dall’Università nel 2018. Ma serviva davvero un Senato straordinario per questo? Non ci sono stati avanzamenti sostanziali, è stata persino bocciata la richiesta di condividere il posizionamento cautelativo contro possibili atti genocidari ed è stato adottato un testo cerchiobottista, che per queste ragioni ha visto la nostra contrarietà.
Già questa governance ha paura delle critiche, le pressioni mediatiche da parte di chi temeva questo confronto e le notizie arrivate come una bomba ad orologeria la mattina del Senato hanno alla fine colto nel segno.
Tra le altre mozioni approvate NON all’unanimità ( contrariamente a quanto si scrive su alcune testate nessuna delle tre mozioni ha visto la tanta agognata unanimità), anche quella con le richieste End Fossil: solo qualche contentino, e neanche la possibilità di discuterla. Tra l’altro il testo pubblicato questa mattina è carente di un emendamento da noi proposto e approvato durante la discussione.
Insomma, qualche piccolo passo avanti nella direzione giusta è stato fatto, ma con troppa paura e con troppa poca forza. Le critiche sarebbero arrivate comunque, tanto valeva a questo punto essere più incisivi.