Sono state recentemente pubblicate le graduatorie provvisorie del DSU Toscana per le borse di studio e il posto alloggio e i dati risultano da un lato emblematici del periodo economico e politico che stiamo attraversando, dall’altro paradigmatici degli interventi urgenti da realizzare. Gli idonei per la borsa di studio negli atenei di Pisa, Firenze e Siena salgono a 13.098 studenti (+1.316 rispetto all’anno scorso): questo incremento parla chiaro sulle conseguenze della crisi economica e delle politiche di gestione della crisi, che progressivamente stanno impoverendo una popolazione con garanzie sempre minori.
L’aumento del numero degli idonei, però, è anche frutto della battaglia condotta da Sinistra per… e dagli studenti la scorsa estate sul bando borse di studio, con la rivendicazione di innalzare il limite massimo ISEE per la borsa a 20.000€. Anche se il DSU Toscana ha raccolto solo in parte le richieste, portando l’ISEE massimo da 18.000 a 19.000€, oggi raccogliamo i primi frutti di quella battaglia con più di 1.000 studenti che riceveranno la borsa di studio.
Le lotte per il potenziamento del welfare studentesco e per l’aumento in quantità e qualità dei servizi rivolti agli studenti non possono fermarsi a questo primo risultato, soprattutto alla luce di altri dati che emergono dalla pubblicazione delle graduatorie. Gli studenti idonei per il posto alloggio salgono su Pisa a 3.064, a fronte di 1.556 posti letto a disposizione: significa che 1 studente su 2 non otterrà il posto alloggio di cui ha diritto. Le assegnazioni dell’alloggio per l’anno accademico 2012/2013 sono ancora da terminare dopo 13 mesi e nel prossimo anno accademico i tempi per esaurire le graduatorie verosimilmente si dilazioneranno di molto.
Siamo di fronte a una vera e propria emergenza abitativa, che lascia gli studenti borsisti alle prese con il libero mercato degli affitti caratterizzato da canoni di locazione altissimi e sempre maggiori spese, aggravate a partire dal 2014 dall’introduzione della Service Tax confermata nella legge di stabilità varata dal Consiglio dei ministri del 15 ottobre. Non si tratta di un vezzo, ma di uno strumento fondamentale per consentire agli studenti privi di mezzi economici di proseguire i propri studi. Il problema non può essere più rimandato o affrontato con soluzioni tampone: gli studenti hanno bisogno di risposte nell’immediato e che vengano individuate soluzioni concrete per aprire nuovi posti alloggio.
Riteniamo che DSU, Università e Comune debbano interrogarsi a fondo di fronte a questa vera e propria emergenza sociale e analizzare quali immobili di proprietà pubblica possano essere destinati a residenze universitarie e ad altri interventi sociali rivolti agli studenti, a partire dall’apertura di nuove mense. Gli spazi di questi enti che ad oggi risultano sottoutilizzati o non utilizzati costituiscono una fetta importante di patrimonio pubblico che ad oggi non svolge una finalità sociale e che può in parte rispondere alla necessità di alloggi per studenti.
In questo senso, consideriamo battaglia per destinare l’ex albergo di Santa Croce in Fossabanda di proprietà del Comune a residenza e mensa universitaria, sulla quale ci sono aperture importanti da parte delle istituzioni, come un modello virtuoso per offrire nuovi servizi agli studenti con la riqualificazione degli immobili pubblici. Puntiamo a concretizzare a un percorso di questo tipo a partire dalla Conferenza Università-Territorio di lunedì 21 ottobre, incalzando le istituzioni pubbliche a rispondere ai bisogni e promuovendo la partecipazione di tutti gli studenti su questi temi.