Questa settimana si celebra l’Ace Week. Una settimana che non è solo modo di festeggiare la comunità, ma anche una campagna per favorire una maggiore comprensione e accettazione delle identità dello spettro asessuale nella società e nel sistema sanitario.
Cosa significa essere asessuali?
Anche se l’attrazione sessuale è un aspetto normale della vita di molte persone, questo concetto può essere completamente estraneo all’esperienza delle persone asessuali. L’asessualità è un orientamento sessuale in cui il soggetto sperimenta poca o nessuna attrazione sessuale verso altri individui. Come ogni altro orientamento sessuale, l’asessualità non è una scelta bensì una caratteristica della persona. L’asessualità è indipendente sia dall’attrazione romantica, che può essere o meno presente, che dal desiderio di avere rapporti sessuali: chi è asessuale non prova attrazione sessuale, ma questo non vuol dire che non abbia una libido, o che non sia in grado di provare eccitazione sessuale.
Il progetto è nato nel 2010, sotto il nome di Asexual Awareness Week, per dare voce ad una comunità invisibile, stigmatizzata e marginalizzata proponendo eventi, conferenze e incontri per dare voce alle persone aroace di tutto il mondo.
Nel 2021 si è deciso di costruire la settimana intorno al tema Beyond Awareness, ossia “Oltre la consapevolezza”. Ma perché è importante l’Ace Week?
È importante in primis per le persone asessuali che ancora non sanno che esiste l’asessualità, che esiste una comunità che le comprenda e accolga. Vivere in un mondo dove il sesso è centrale, dove l’allosessualità è considerata la normalità, può far sentire sbagliatз, rottз, incapacз.
È importante che le persone asessuali sappiano di non essere sole e che non c’è niente di malato in loro.
In secondo luogo è poi importante aumentare la consapevolezza asessuale e spingere affinché l’asessualità venga accettata come orientamento sessuale dalla società e dalle istituzioni.
In passato l’asessualità è stata spesso comparata e collegata al disturbo ipoattivo del desiderio sessuale e trattata come un problema medico. La situazione è cambiata con la pubblicazione del DSM-5 nel 2012: infatti, le due cose non sono più collegate e l’asessualità non è più considerata un disturbo. Nonostante questo passo avanti, la discriminazione medica persiste: manca infatti una formazione adeguata del personale del sistema sanitario, che resta ancorato a vecchi pregiudizi e insegnamenti ormai obsoleti non in linea con la moderna consapevolezza riguardante lo spettro asessuale.
È importante che la lotta alla consapevolezza e sensibilizzazione continui, andando nella direzione dell’inclusivitá.
Buona Ace Week a tuttɜ!