La multinazionale J-Colors sta accelerando le procedure per ottenere il sequestro del Colorificio e il conseguente sgombero del Progetto Rebeldia da questo spazio. La proprietà è passata a una chiara strategia di delegittimazione delle attività che vengono svolte all’interno del Colorificio e di tutto il Municipio dei Beni comuni, protagonista di un percorso sugli spazi sfitti e abbandonati a Pisa e che ha restituito alla cittadinanza un bene comune desertificato dalla proprietà. Ora la J-Colors rivendica il diritto naturale a disporre dei beni di sua proprietà, ma non risponde alle questioni che il Municipio dei beni comuni ha sollevato, a partire dall’esigenza collettiva di investire la proprietà privata di una funzione sociale, come recita la stessa costituzione repubblicana.

Soprattutto, incontriamo un silenzio assordante alla domanda su quale progettualità c’è sul Colorificio, dopo lo sgombero di un’esperienza che è stata in grado di riportare a nuova vita uno spazio con iniziative culturali, di integrazione, di dibattito e di cittadinanza attiva. Non riteniamo socialmente sostenibile un ritorno al grigiore e all’abbandono di 14.000 mq di capannoni, magari in attesa di una variazione di destinazione d’uso per vendere l’intera area a fini residenziali. Esprimiamo solidarietà e sostegno all’ex Colorificio Liberato e invitiamo tutte e tutti a partecipare in massa all’assemblea cittadina del 4 aprile per difendere le idee, le relazioni, la partecipazione e le possibilità di sviluppare un pensiero critico che questo spazio ha reso possibili.

Pubblichiamo di seguito la convocazione dell’assemblea cittadina del 4 aprile (ore 21.00 presso l’Ex Colorificio Liberato) lanciata dal Progetto Rebeldia

Convocazione assemblea pubblica cittadina il 4 Aprile

L’Ex Colorificio Liberato, l’esperienza politica promossa dal Municipio dei Beni Comuni, nonostante si appresti a compiere i suoi primi sei mesi di vita è sotto minaccia di sgombero e negli ultimi giorni la possibilità si sta sempre più concretizzando. La proprietà attraverso una lettera ha reso pubblica la volontà di chiedere al magistrato una celere procedura di sequestro degli immobili affinché venga tutelato il possesso della proprietà da parte della multinazionale J-Colors.

Abbiamo liberato l’Ex-Colorificio dall’incuria e ne garantiamo oggi un uso sociale e pubblico nel segno di un percorso pienamente democratico e pacifico, e non comprendiamo come i titolari della proprietà rivendichino il possesso di un’area da anni abbandonata senza dichiarare pubblicamente le motivazioni che spingono a questa scelta. C’è forse l’intenzione di far ripartire la produzione creando nuovi posti di lavoro? La storia di quella fabbrica fino ad oggi ci parla di ben altre intenzioni come il carteggio che fino ad ora c’è stato fra i titolari della proprietà e la cittadinanza che ha fatto rivivere quegli spazi. Sappiamo infatti che un eventuale sgombero lascerebbe ancora una volta quei locali chiusi ed abbandonati.

La lettera di James Junghans calpesta non solo la riflessione di illustri giuristi del panorama universitario italiano, ma anche i diritti degli ex-lavoratori e di tutta la città di Pisa. La liberazione dell’Ex-Colorificio è una questione cittadina centrale perché la sua riapertura ha ridato voce a quella parte maggioritaria della città che a fatica trovava la possibilità di esistere come protagonista. In nome della rivendicazione del possesso si cancellano attività e relazioni che in quel luogo hanno ritrovato una boccata d’ossigeno in questa difficile congiuntura di crisi economica e democratica. Dopo il danno della perdita di numerosi posti di lavoro ora sembra arrivi la beffa di continuare a mantenerlo vuoto, privando di fatto tutta la cittadinanza della funzione sociale e collettiva che ha assunto quel luogo.

Oggi quest’esperienza è gravemente minacciata nel totale silenzio dell’Amministrazione comunale, silenzio molto eloquente che dimostra una volontà precisa di non riconoscimento di una realtà sulla quale vige un vivo dibattito sviluppato a livello nazionale e internazionale.

L’idea di legalità che si invoca incarna una concezione primitiva del diritto, che è invece qualcosa di assai più articolato, sulla quale si fonda la tenuta complessiva del vivere civile e sociale di una città. Ribadiamo l’idea che il diritto di proprietà non è un diritto incondizionato, ma conosce precisi limiti (garantiti dall’art. 42 della Costituzione), anni di abbandono di un sito industriale rappresentano un atto ben più illegale e contrario alla Costituzione Italiana rispetto alla riapertura e all’uso comune dell’Ex Colorificio.

La multinazionale J-Colors minaccia di mettere fine all’esperienza dell’Ex Colorificio,che tornerebbe ad essere il cadavere industriale che era, perché possa continuare ad essere uno spazio vivo, centro di un’esperienza feconda e plurale che è ricchezza per l’intera collettività; perché la storia degli operai che in quel luogo hanno lavorato fino a quando i cancelli di via Montelungo non sono stati chiusi non sia dimenticata ancora una volta; perché l’impegno di tutte le persone che l’ex-Colorificio lo hanno ripulito, riscaldato, abbellito e vivificato (per il miglioramento non delle proprie tasche ma della qualità della nostra vita) sia riconosciuto, per tutto questo vi invitiamo a partecipare numerosi all’

assemblea pubblica cittadina

ALLARME ROSSO! PERICOLO DI SGOMBERO PER L’EX COLORIFICIO LIBERATO

che si terrà GIOVEDI 4 APRILE alle ore 21

presso l’Ex Colorificio Liberato, in Via Montelugo 7/633.