Oggi, 15 settembre 2016, chiude il bando annuale di assegnazione di borsa di studio DSU. Come ogni anno, in occasione di tale chiusura si verificano danni e disagi burocratici che si ripercuotono sugli studenti, che rischiano di perdere la borsa di studio e di avere difficoltà nella prosecuzione degli studi.
Quest’anno è stato danneggiato un numero ingente di studenti stranieri ai quali è stato detto che la loro domanda di borsa di studio verrà rigettata a causa di un impedimento burocratico. La procedura di assegnazione di borsa di studio per gli studenti extra UE infatti prevede, rifacendosi alla legislazione italiana, la legalizzazione della documentazione dello studente, (che fattivamente consiste in un timbro) da parte dell’ambasciata italiana nel loro paese di provenienza.
Ciò significa che lo studente, o un una persona designata dallo stesso, si rechi personalmente all’ambasciata di riferimento ed essa, arbitrariamente, decida quando timbrare la documentazione e riconsegnarla allo studente. Tale procedura non ha tempi certi, ma impiega tendenzialmente dai 15 giorni ai due mesi.
Fino a qualche anno fa il DSU Toscana, consapevole delle difficoltà tecniche, accettava le fotocopie di tale documentazione non ancora vidimate, facendo in modo che i ragazzi risultassero “sospesi dal beneficio” fino alla consegna dei documenti originali legalizzati.
Una deroga di questo tipo garantirebbe a questi studenti un periodo aggiuntivo per poter portare a termine le procedure necessarie per accedere alla borse di studio, dando quindi la possibilità a studenti che rientrano nei parametri della borsa di usufruirne, come è loro diritto.
Oggi lo stesso ente si dichiara non aperto alla “sospensione” temporanea, lavandosi le mani del problema poiché non responsabile delle dinamiche del ritardo, dimenticando completamente il compito sociale di cui è investito.
Risulta chiaro che, data l’insicurezza sulle tempistiche che varia di anno in anno, la responsabilità del ritardo non può essere, infatti, in alcun modo imputabile agli studenti stessi.
Stiamo parlando di soggetti che a causa di questo sistema rischiano di troncare di netto le loro carriere universitarie e di tornare nei loro paesi di origine, che per la maggior parte versano in situazioni politico-sociali molto complesse.
Ciò che chiediamo e che continueremo a chiedere a gran voce è che la Regione e l’Azienda si prendano carico di questa situazione poiché il Diritto allo Studio non è solo amministrazione, modulistica e burocrazia, ma ha il compito di garantire un diritto sancito dalla nostra Costituzione, poiché non si può pensare di negare a degli studenti per cieche motivazioni d’ufficio, perdendo completamente di vista quello che è il compito di un’azienda del diritto allo studio.
Ricordiamo ancora una volta la nostra volontà di un’Università aperta e accessibile, un’università per tutte e tutti e di tutte e tutti, senza barriere, senza muri o confini, convinti che gli studenti che vengono a studiare in Italia da altri paesi non siano un peso, ma una risorsa in grado di contribuire alla formazione di una società più coesa e meno ostile.
Chiediamo, quindi, nell’immediato che gli studenti stranieri impossibilitati a presentare la documentazione completa vengano inseriti nelle graduatorie provvisorie con la sospensione, come già accaduto in passato, perché hanno i requisiti e, di conseguenza, il diritto di starci.
Convinti, inoltre, che l’internazionalizzazione dell’Università italiana non può essere utilizzata solo come facciata e pubblicità, ma deve ripercuotersi nella realtà con delle politiche fattuali e ragionate e con degli strumenti che favoriscano tale processo, desideriamo che si compia una revisione generale della procedura per il futuro, affinché nessun altro studente si ritrovi in una simile situazione.
Sinistra per…