L’Università di Pisa si esprime rispetto al progetto di riqualificazione della ex-Caserma Artale.
Nell’ultima seduta del Senato Accademico è stata infatti discussa la mozione che abbiamo presentato in merito, già approvata all’unanimità dal Consiglio Degli Studenti.
L’ex Caserma Artale è un complesso di circa 18.000 metri quadri, da tempo inutilizzato e venduto, nel 2021, dal Comune alla Società San Ranieri S.r.l.. Questa ha presentato un progetto di riqualificazione che prevede, tra le proposte, la realizzazione di uno studentato nei locali precedentemente adibiti a dormitorio e la trasformazione dell’attuale teatro in un mini-market.
Sentiamo quindi parlare di uno studentato privato e inevitabilmente si presenta di fronte a noi lo spettro dello student hotel. Questo fenomeno è ad oggi sempre più diffuso in Italia e la nostra Regione non ne è estranea, basti pensare alle città di Siena e Firenze. Trattasi a tutti gli effetti di alberghi per studentз, le cui camere vengono affittate a caro prezzo, con cifre che si aggirano spesso intorno ai 500 euro.
Tutto questo mentre i posti che sono messi a disposizione dal DSU sono evidentemente insufficienti, arrivando a convocare in residenza persone che hanno fatto domanda uno o addirittura due anni fa. Missione della nostra università è garantire pari opportunità nell’accesso allo studio e promuovere le condizioni per rendere effettivo il diritto allo studio, per questo motivo abbiamo preteso da essa una presa di posizione, contraria alla realizzazione di questo progetto per com’è ora. Abbiamo chiesto di portare avanti un’interlocuzione tra l’Ateneo, il Comune e l’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio per ottenere un accordo che renda accessibile alla comunità studentesca questa struttura tramite il bando per il posto alloggio.
L’Ateneo ha compreso la necessità di un’azione di questo tipo, deliberando quanto riportiamo integralmente nelle slide di questo post.
La nostra richiesta prevedeva anche di contrastare la realizzazione di un mini-market al posto di quello che ora è un teatro, considerando la necessità di un luogo di aggregazione e diffusione culturale come questo, del quale la nostra università è al momento sprovvista. La discussione non è stata oggetto di questa particolare delibera, sarà quindi nostro impegno inserirla nuovamente nel dibattito degli organi di Ateneo.