Martedì 7 marzo la Regione ha dato parere favorevole al bilancio dell’Azienda per il diritto allo studio, il presidente della Commissione Sviluppo economico, Gianni Anselmi descrive come “in piena salute” la situazione dell’Azienda dopo aver sentito il parere del Direttore.
Il direttore parla di “4 milioni di pasti l’anno” erogati dalle mense universitarie tralasciando però la parte relativa all’aumento delle tariffe dei pasti attraverso l’instaurazione di nuove fasce, ben 6 rispetto alle precedenti 3, per via di una visione politica e
rrata della ristorazione universitaria, come se fosse un servizio scorporato dalla mission aziendale che invece si propone di garantire due pasti economicamente e qualitativamente convenienti per tutti gli studenti che siano borsisti o no.
La conseguenza di una scelta politica di questo tipo sarà un allontanamento generale degli studenti, in particolare di quelli paganti, da un servizio che dovrebbe essere loro garantito.
Si citano “4mila e 700 posti letto” senza far nessun riferimento alla grave emergenza abitativa studentesca che nella sola sede di Pisa vede circa 600 studenti borsisti ancora in attesa di un alloggio che probabilmente non arriverà, una situazione denunciata da anni, non solamente dalla componente studentesca ma da molte delle realtà politiche cittadine, e che sta peggiorando sempre più.
Si parla di “240 posti letto presto operativi” che, innanzitutto non riusciranno a dare una soluzione definitiva, ma i cui lavori iniziati da poco non termineranno prima del 2019, mentre invece due strutture già segnalate da diverso tempo vengono lasciate al degrado e al vergognoso silenzio che si respira nelle stanze del Comune di Pisa: Fossabanda, che avrebbe una capienza di 90 posti letto e una zona riservata alla ristorazione universitaria in una zona della città in cui stanno affluendo sempre più studenti, e Paradisa, una struttura che ospiterebbe circa 500 posti letto.
Per non parlare dell’erogazione delle borse di studio, gravemente messa a rischio quest’ultimo anno dall’accantonamento aziendale di 2 milioni e 800 mila euro, recuperati con un finanziamento straordinario da parte della Regione, per il quale non esiste alcuna garanzia di rinnovo e la cui mancanza affonderebbe il diritto allo studio con la complicità della regione Toscana.
Come può un problema economico dell’Azienda andare a pesare direttamente sugli studenti e non garantire un diritto stabilito per legge?
La Regione invece di dirsi soddisfatta e descrivere un’azienda “in piena salute”, continuando ad abbellirsi con la sua solita retorica dell’essere all’avanguardia in tema di diritto allo studio, dovrebbe invece riconoscere le proprie responsabilità in tema di finanziamenti, che risultano ad oggi non sufficienti alla copertura totale dei servizi, portando la stessa Azienda a tagliare sui propri servizi e ad aumentarne i costi. La soluzione non può essere quella dei continui tagli, ma serve un maggiore finanziamento statale e soprattutto regionale.
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Sinistra per…