Mentre si fa sempre più imminente il rischio sgombero per il Distretto 42, l’amministrazione pisana non solo continua a negare ogni dialogo con il Municipio dei Beni Comuni, ma contrattacca facendo falsa informazione sugli avvenimenti degli ultimi mesi.
Il 10 marzo, con un comunicato sulla piattaforma Pisainformaflash, l’assessore Dario Danti ha dichiarato che lo spazio in questione è stato occupato dopo una già avvenuta contrattazione da parte del comune con la J-Colors, che avrebbe avuto il fine di concedere al cartello associazionistico alcuni spazi all’interno dell’ex Colorificio. Tutto ciò è avvenuto sotto gli occhi di tutti? Evidentemente no! Il tanto decantato incontro è stato fatto lasciando all’oscuro l’intera cittadinanza e i diretti interessati di uno straordinario percorso di recupero e riqualificazione. Non solo, il Municipio dei Beni Comuni non ha disertato nessun tavolo, ma ha partecipato all’unico incontro concesso dall’amministrazione comunale nel mese di dicembre, incontro peraltro disertato dal Sindaco nonostante le precedenti rassicurazioni.
Sinistra per… , come associazione facente parte del Municipio dei Beni Comuni, sostiene che l’atteggiamento dell’ amministrazione non è stato chiaro né leale, specialmente nei confronti dei cittadini che, leggendo il sito d’informazione comunale, si convincono di notizie e dati falsi. Non vorremmo che l’obiettivo sia quello di influenzare l’opinione pubblica attraverso l’uscita di notizie con un tempismo sospetto e potenzialmente in grado di screditare il Municipio dei Beni Comuni e legittimare l’imminente sgombero del Distretto 42, che sta rianimando il quartiere di San Martino e incontrando un ampio consenso fra i suoi abitanti.
L’occupazione dell’ ex caserma Curtatone e Montanara, infatti, si inserisce in un percorso di riqualificazione dei beni sfitti ed abbandonati, con il fine sociale di restituirli a chi vive quotidianamente la città di Pisa. Proprio per questo, non possiamo che esprimere il massimo sostegno e la massima solidarietà a una pratica di cittadinanza che trova la sua legittimità nelle istanze politiche che solleva e nella riapertura di uno spazio rimasto per 20 anni precluso alla collettività.