Nonostante l’ormai ampio utilizzo di supporti informatici per la didattica nelle maggiori Università del Paese e del mondo, molti docenti della Scuola di Ingegneria di Pisa si sono sempre dimostrati restii ad integrare tali strumenti e alla conseguente modifica, aggiornamento, nell’erogazione della didattica.
L’emergenza che ci ha colpiti in queste ultime settimane ha quindi inevitabilmente colto di sorpresa la Scuola di Ingegneria e ha stravolto il metodo didattico della maggior parte degli insegnamenti, mettendo in difficoltà numerosi professori.
A partire dai vari Corsi di Studio, come rappresentanti degli studenti ci siamo messi fin da subito a disposizione per collaborare con i docenti, con l’obiettivo di riuscire a fornire agli studenti una didattica accessibile e di qualità, principio che da anni portiamo avanti in ogni nostro intervento.
Nonostante le prime difficoltà, la didattica online ha iniziato a funzionare per un impegno e un dialogo costante tra studenti e docenti, che sono riusciti a trovare un metodo comune di riferimento grazie al coordinamento e alle direttive generali d’Ateneo: in questo, non possiamo fare altro che ringraziare la Scuola di Ingegneria per l’impegno e la rapidità impiegati nel compiere questo cambiamento.
Tutto questo non è invece accaduto per garantire lo svolgimento regolare degli appelli di esame, ed in particolare l’appello straordinario di Aprile.
I periodi messi a disposizione per lo svolgimento degli appelli straordinari sono due, Aprile e Novembre. Da regolamento, a Ingegneria, tutti gli insegnamenti devono garantire lo svolgimento di almeno un appello straordinario in uno di questi due periodi.
L’appello straordinario è pensato in primo luogo per venire incontro alle esigenze delle “categorie protette”, ovvero quelle categorie di studenti che potrebbero avere difficoltà nel partecipare agli esami ordinari; parliamo infatti di studenti lavoratori, in maternità, fuori corso.
Proprio queste categorie protette risultano, come ogni anno, ancora una volta penalizzate: nel corso degli anni abbiamo assistito ad un grande numero di appelli straordinari non svolti con espedienti che sono passati dal non riuscire a trovare un’aula disponibile per la prova (quando ricordiamo essere presente una commissione addetta e la scelta sempre lecita del sabato mattina come giorno della prova, con la maggior parte delle aule libere nei poli), fino alla mancata somministrazione ingiustificata di entrambe le prove di Aprile e Novembre, contro il regolamento stesso.
Ad oggi, 26 marzo, a quattro giorni dall’apertura della sessione di esame, non è infatti ancora possibile tracciare la lista completa dei docenti che, nel rispetto del regolamento, dovrebbero svolgere gli esami. Già dal documento comprendente la lista “definitiva” dei professori possiamo notare come una delle prime frasi sia “Si ricorda che la lista sotto indicata può essere incompleta, perché è possibile che non tutti i docenti abbiano risposto alle richieste, in caso di dubbi si invitano gli studenti a contattare direttamente per mail i docenti titolari degli insegnamenti”, questo a sottolineare le difficoltà che chi amministra la Scuola di Ingegneria è costretto ad affrontare nel contattare il corpo docente.
Molti professori infatti, non avendo comunque aperto l’appello di novembre, anche di fronte alle linee guida emanate dal Rettore in data 16 marzo hanno deciso di non modificare le proprie intenzioni, di non adattare la prova orale in modalità telematica, cancellando automaticamente l’appello che in alcuni casi era già stato fissato nelle settimane precedenti all’emergenza: tutto questo, ancor prima di sapere fino a quando sarebbe durata la quarantena, correndo dunque il rischio, per quanto basso pur sempre presente, di ritornare alle condizioni normali in tempi brevi, e avendo comunque rinunciato a programmare e dunque svolgere l’esame.
L’emergenza sanitaria mette quindi chiaramente alla luce ciò che da anni denunciamo nell’area di ingegneria, ossia la scarsa attenzione di molti insegnanti nei confronti delle esigenze e dei diritti degli studenti. Ne sono un esempio le date degli esami programmate solo alcuni giorni prima dell’appello, senza particolare motivazione o avviso per gli studenti incapaci a loro volta di pianificare con chiarezza la propria carriera, mentre in altre aree dell’Università queste vengono programmate con mesi di anticipo.
Molti studenti attendono ogni anno gli esami di Aprile per concludere la propria carriera e laurearsi. La presa di posizione di certi professori nel non svolgere in maniera diversa le prove d’esame costringe gli studenti ad allungare ancora i propri percorsi accademici, con possibili conseguenze in campo lavorativo, didattico, psicologico e soprattutto economico, comportando di fatto un aumento del costo (in tasse universitarie, probabili vitto e alloggio) sostenuto dalle famiglie degli studenti e dai lavoratori.
Il rifiuto della modifica delle modalità d’esame, ed in particolare il rifiuto della conversione degli orali in orali telematici e degli scritti in modalità diversa dalla carta stampata, priva quindi in primo luogo le categorie protette dei loro diritti accademici, ma ci espone anche ad un secondo importante problema.
Non sappiamo per quanto ancora potrà protrarsi questo stato di emergenza nazionale, ma sembra essere sempre più vicina l’ipotesi che possa venirne influenzato anche il primo appello della sessione estiva. Come rappresentanti degli studenti e come docenti non possiamo non iniziare a preoccuparci per l’allargarsi dei campi di interesse del problema.
Nella sessione di esami estiva infatti non si potrà “semplicemente” evitare un appello a servizio di specifiche categorie e di un basso numero di partecipanti, ma si dovrà fronteggiare una situazione più ampia, che coinvolgerebbe l’intera area di Ingegneria rischiando di porla in una condizione di crisi.
Risulta necessario chiarire in questa sede l’importanza del corretto svolgimento degli appelli da parte di tutti i docenti.
Come scritto in precedenza, le lezioni online hanno trovato buona applicazione tra tutti i docenti solamente a seguito di direttive superiori a quelle proposte nei vari Consigli dei singoli corsi e attraverso l’omogeneizzazione dei metodi e degli strumenti utilizzati.
Chiediamo pertanto alla Scuola di Ingegneria di intervenire in merito alle modalità di erogazione dell’appello straordinario di Aprile in modo da fornire ai docenti delle direttive coerenti da seguire e di assicurarsi che ogni docente che non abbia svolto l’appello di esame straordinario a Novembre, segnali la propria disponibilità nel più breve tempo possibile e comunque prima dell’inizio della sessione di Aprile e con anticipo sulla data prevista, e si adoperi per la corretta procedura di valutazione dei candidati.
Se da un lato non possiamo che criticare la situazione di caos generale in cui versiamo, dove tutto è affidato alla bontà dei singoli e non al rispetto delle direttive da parte tutti, non possiamo che elogiare alcuni per la grande disponibilità e la qualità della didattica erogata per le quali si sono sempre distinti, e ancora una volta dimostrano di essere un passo avanti rispetto ad altri, garantendo lo svolgimento degli orali in forma telematica, come da direttiva, e per l’aver riadattato le proprie modalità di esame alla situazione emergenziale in cui ci troviamo.
Proprio su questa scia fa ancora più piacere quando queste qualità possono essere distinte in corsi di studio nel loro complesso, e non in singoli individui: in particolare ci riferiamo a quasi tutti i corsi magistrali e ai corsi triennali di aerospaziale e di elettronica, per quest’ultimo dal documento messo online sembra che tutti i docenti abbiano risposto con la disponibilità a svolgere l’esame.
Per garantire lo svolgimento dell’appello e quindi garantire il rispetto dei diritti degli studenti chiediamo in primo luogo l’applicazione del regolamento e delle direttive generali, misto al buon senso nel comprendere la situazione in cui tutti versiamo ed i possibili sviluppi che potremmo trovarci ad affrontare. In particolare, chiediamo:
-Ai docenti che non hanno risposto sulla propria disponibilità a svolgere l’appello, e invece sono disposti a farlo, di comunicarlo agli studenti e agli organi competenti il prima possibile, così che la lista messa a disposizione della Scuola di Ingegneria possa essere aggiornata.
-Che chi non ha svolto l’appello straordinario di Novembre 2019, svolga l’appello straordinario di Aprile 2020 come previsto dal regolamento.
-Che gli esami orali vengano programmati e che venga prevista la modalità telematica nel caso in cui non ci sia la possibilità di svolgere l’esame da vicino, come da direttiva generale di Ateneo.
-Che gli Esami che prevedono una prova scritta vengano programmati e si preveda una soluzione telematica alternativa nel caso in cui non sia possibile svolgere la prova scritta in aula.
-Che chi ha svolto l’appello straordinario di Novembre 2019 e non da la disponibilità a svolgere anche quello di Aprile 2020, comunque si impegni già da ora a pensare a possibili modalità alternative per la valutazione del proprio esame per prevenire possibili spiacevoli situazioni future. In particolare nel caso in cui si presenti la situazione di estensione dell’attuale quarantena, o peggio la necessità futura di una seconda quarantena in pieno periodo estivo.
La più comune motivazione di mancato svolgimento dell’appello straordinario ha messo in discussione proprio queste modalità proposte, descrivendole come “più facili” da affrontare per gli studenti rispetto a dei normali esami in sede provvisti di prova scritta e prova orale.
Ricordando che il nostro Paese sta attualmente affrontando la più grande emergenza sanitaria della sua storia, che ben il 27,7% degli studenti dell’Ateneo è fuori sede (le percentuali dei Dipartimenti dell’area di Ingegneria diventano per il DII 39,5%, per il DICI 28,7%, per il DESTEC 23,2%), e quindi potenzialmente bloccati nel mezzo di un focolaio, e che le scelte di come impostare il proprio esame, di che strumenti dotarsi, di che quesiti inserire, di che domande fare sono tutte lasciate al docente, troviamo a dir poco ridicolo giudicare una prova indegna di essere somministrata perché “più facile” nel momento in cui a sostenerla sono studenti lontani dalla sede di studio, in alcuni casi privi di una rete dati sufficiente a sostenere addirittura le lezioni online, in carenza di materiale didattico per le chiusure di biblioteche, librerie e copisterie, studenti in isolamento lontani da nuclei familiari in zone particolarmente colpite del territorio nazionale. Invitiamo quindi tutti i docenti a tenere presenti le condizioni in cui la maggior parte degli allievi parteciperà alle prove.