La nostra generazione ha imparato a conoscere quali sono le conseguenze delle politiche di austerity e della ricerca della stabilità ad ogni costo. Mentre lo spread è sceso al livello minimo degli ultimi 2 anni, gli indicatori che viviamo maggiormente sulla nostra pelle descrivono un vero e proprio disastro sociale. La disoccupazione giovanile ha sfondato la soglia psicologica del 40%, mentre gli investimenti statali nel diritto allo studio universitario scenderanno ai minimi storici nel 2014 (la miseria di 112,5 milioni di euro).
Con la legge di stabilità, il governo Letta ha deciso di condannare ancora una volta un’intera generazione all’invisibilità e di essere forte con i deboli e debole con i forti. Nessun rifinanziamento su capitoli che sono stati negli anni smantellati da pesanti tagli, come diritto allo studio ed edilizia scolastica, nessuna nuova forma di welfare e di sostegno a fronte di un mercato del lavoro sempre più precario e senza garanzie. Il problema non sta nella mancanza delle risorse ma nelle scelte politiche: 480 milioni di finanziamenti pubblici alle scuole paritarie, le decine di miliardi destinati a grandi opere come il TAV e alle spese militari parlano chiaro su quali interessi si è deciso di tutelare con forti investimenti, mentre i bisogni della collettività sono sempre più sacrificati
La nostra città è in bilico, attraversata da contraddizioni e conflitti che possono determinare scenari futuri molto diversi fra loro. E’ una città nella quale gli studenti rappresentano una fetta consistente degli abitanti, ma questa componente non è adeguatamente supportata nei propri studi, né beneficia di forme di welfare e di servizi significativi. Viviamo ogni giorno le carenze di un’edilizia scolastica in crisi perché non finanziata, le carenze del trasporto pubblico locale e su rotaia, la mancanza di agevolazioni significative sui trasporti, la mancata assegnazione del posto alloggio a cui abbiamo diritto (3.064 idonei contro 1.553 posti letto).
Non è possibile scindere quello che viviamo come studenti medi e universitari dai processi che interessano l’intera società. Non vogliamo portare avanti una battaglia corporativa e autoreferenziale, ma un percorso per il rafforzamento dei diritti e per il trionfo dei bisogni della collettività, contrapposti alla sopraffazione e agli interessi privati. Gli studenti e le studentesse hanno lanciato un ultimatum al Governo e chiamato una mobilitazione nazionale per il 15 novembre per riconquistare subito istruzione, reddito, casa e democrazia. Anche a Pisa scenderemo in piazza in quella giornata e riteniamo fondamentale aprire quella manifestazione a tutte le istanze sociali presenti sul territorio, a partire dal profondo legame in termini di contenuti politici fra la mobilitazione degli studenti e il corteo del Municipio dei Beni Comuni del 16 novembre.
Arriveremo al 15 e al 16 novembre con un percorso di avvicinamento fatto di assemblee nelle scuole e in ateneo, di azioni, blitz, contestazioni e proteste per tenere alta l’attenzione sui problemi che viviamo come studenti e ribadire la nostra indisponibilità ad aspettare ancora per le soluzioni. In particolare, il 7 e l’8 novembre denunceremo, come in tutta Italia, le situazioni non più sopportabili nelle scuole e in università: saranno due giorni fondamentali in cui riprendere parola sui nostri bisogni, dal rifinanziamento dell’edilizia scolastica al censimento del patrimonio pubblico per il recupero dell’esistente per finalità sociali, e costruire tutti insieme i percorsi capaci di rimettere al centro le nostre aspirazioni e i nostri diritti.
Sinistra per…
Officina – Uds Pisa