Stiamo vivendo oggi il nostro primo giorno di università “fuori emergenza covid”,
almeno così ci ha tenuto a rassicurarci la Ministra.
Ci chiediamo però se la semplice sospensione dello strumento del green pass, senza una riflessione su cosa ha voluto significare “frequentare” l’università in questi ultimi due anni, senza fornire indicazioni agli Atenei per un rientro che non escluda nessunə e che tuttɜ si possano permettere, non voglia dire di nuovo abbandonare a se stessə chi non avrà modo o strumenti per garantirsi un sostenibile proseguo degli studi.
Ci spaventa poi come la ministra ci abbia tenuto a raccontare quanto, ad avviso del MUR, la gestione dell’accesso allo spazio della formazione universitario sia stato ottimamente garantito dagli atenei secondo misure ognuno indipendenti.
Dichiarazioni che stonano con le recenti notizie della cancellazione dei fondi sul Diritto allo Studio in Toscana ed in Piemonte, così come dell’ancora mancata copertura del fabbisogno di posti alloggio, quindi anche di affitti sostenibili, e senza nessuna rassicurazione sulle coperture dei costi di trasporto, tanto dei pendolari quanto di chi ad oggi non vive in prossimità dei plessi.