Nella seduta del Senato Accademico di oggi sono state finalmente discusse le modalità con cui si terranno gli esami a partire da maggio e fino al 31 ottobre.
La decisione finale: gli esami si terranno in presenza, in compatibilità di spazi adeguati, garantendo la modalità a distanza soltanto per persone con disabilità o in Erasmus/internazionalizzazione.
Nel caso invece di appelli che si trovano a cavallo tra aprile e maggio la modalità sarà la stessa di aprile, attualmente vigente.
Hai il covid? Hai avuto sfortuna, e dovrai saltare l’appello. Sei in quarantena? Stessa sorte.
Come è andata la discussione:
La proposta che l’Ateneo ha fatto è quella di tenere gli esami in presenza, garantendo la telematica solamente a persone che presentino una condizione di disabilità o Erasmus/internazionalizzazione. A questo si aggiungeva la possibilità, per il singolo docente, di tenere l’esame in modalità telematica laddove lo ritenesse opportuno.
Questa proposta non rispetta in alcun modo il nostro diritto come comunità studentesca a vedere tutelata la possibilità di sostenere gli esami in modalità mista in un momento transitorio di ritorno alla presenza.
Per questo motivo abbiamo, in primo luogo, chiesto il mantenimento delle modalità attualmente vigenti fino al 31 ottobre, proposta che il Senato ha rifiutato.
In seguito abbiamo proposto un emendamento per comprendere nuovamente casi di positività a Covid e quarantena tra le giustificazioni per sostenere gli esami in telematica. Anche questa nostra richiesta è stata rifiutata.
La proposta iniziale prevedeva la possibilità per il docente di fare esami anche telematici a sua discrezione per gli orali,questa opzione è stata emendata a maggioranza dei voti, noi ci siamo astenutз: vogliamo la possibilità di scelta tra presenza e distanza, per tutelare sia chi è tornato e vuole sostenere l’esame in presenza, sia chi non può invece sostenerlo a distanza.
Abbiamo votato contrariɜ a questa proposta dell’ateneo.
Questa decisione finale è inaccettabile – la fine dell’emergenza sanitaria non corrisponde alla fine della pandemia. Il fatto che non si assicuri a chi ha il Covid o è in quarantena il diritto di sostenere l’esame a distanza non può passare inosservato e necessita di una degna risposta.
Crediamo nell’importanza del ritorno della didattica in presenza. Allo stesso tempo, la pandemia, e con essa l’aggravarsi di tutte le problematiche economiche, sociali e psicologiche, che già da prima pesavano su di noi non può certo terminare in forza di un decreto ministeriale. Questa decisione è un altro attacco ai nostri diritti, ancora una volta schiacciati.