Durante le vacanze natalizie, il DSU Toscana ha concretamente realizzato degli interventi di cui si parla da alcuni mesi nelle mensa di via Cammeo – nella zona di Ingegneria – e nel punto ristoro interno allo studentato “Rosellini”, vicino al polo Piagge. I lavori si propongono di risolvere evidenti problemi strutturali delle due mense, emersi in maniera piuttosto evidente dai questionari che abbiamo distribuito nell’arco del primo semestre e che sono stati sotto gli occhi di tutti gli studenti che abitualmente frequentano quelle strutture: i lunghi tempi d’attesa in via Cammeo (fino a 45 minuti in fila a pranzo nei giorni di lezione) e la scarsa attrattiva dell’offerta alimentare alla Rosellini, che prevedeva una sola linea di pasti freddi. I lavori sono adesso praticamente conclusi, tanto che la riapertura delle due mense è prevista nei prossimi giorni (rispettivamente l’8 e il 9 gennaio).
La mensa di via Cammeo avrà una nuova offerta alimentare, simile a quella sperimentata nel primo semestre a via Martiri, ma soprattutto un aumento del numero dei banchi caldi e freddi e delle postazioni di cassa. Con un numero maggiore di file si confida di incidere positivamente sui tempi d’attesa con una loro sensibile diminuzione: si tratta di un obiettivo di primaria importanza, basti pensare alle insostenibili code in attesa di raggiungere le linee di distribuzione che spesso costringono gli studenti di ingegneria a rinunciare al pasto a mensa a causa dell’inizio della lezione successiva. Saremo i primi a spingere il DSU nel monitoraggio del gradimento della nuova offerta alimentare e nella verifica dell’efficacia degli interventi sui tempi d’attesa.
I lavori alla Rosellini hanno, invece, realizzato una linea di distribuzione di pasti caldi, soluzione che da tempo abbiamo suggerito per migliorare la qualità dell’offerta alimentare e non spingere gli studenti a mangiare ogni giorno piatti freddi e panini. Servirà un’opera di pubblicizzazione più incisiva di quelle effettuate in passato: sempre dai questionari raccolti nei mesi passati è emerso chiaramente come il punto ristoro della Rosellini sia scarsamente conosciuto fra gli studenti, anche fra coloro che studiano nella zona delle Piagge. Più in generale, rimarchiamo ancora una volta come quella zona della città abbia bisogno di interventi strutturali per fornire un adeguato livello di servizi agli studenti: dopo l’approvazione nel Consiglio Comunale dello scorso 19 dicembre dell’ordine del giorno che impegna il Sindaco ad aprire la trattativa con il DSU per l’ex-convento di Santa Croce in Fossabanda, incalzeremo tutte le istituzioni coinvolte affinché si concretizzi in tempi rapidi questa ipotesi, che garantirebbe una nuova mensa e più di 100 alloggi per studenti borsisti.
I due interventi su Cammeo e Rosellini, fortemente voluti dall’Ufficio Ristorazione del DSU, provano a rispondere con piccoli investimenti a problemi e disagi vissuti quotidianamente dagli studenti e chiaramente rappresentati nei nostri questionari, che si sono dimostrati un interessante strumento di pressione sull’istituzione. Ripetiamo, gli effetti di questi interventi andranno prontamente e costantemente monitorati per poterne valutare l’efficacia. Ci sembra, però, evidente come questa impostazione non possa costituire la risposta alla questione generale dei servizi: la buona amministrazione, delegata agli uffici nella ricerca di soluzioni efficaci a basso costo, non può che individuare buone risposte temporanee in attesa di scelte risolutive da assumere sul piano politico.
La ristorazione del diritto allo studio sul territorio pisano ha bisogno di forti investimenti per la qualità del servizio, la dignità del lavoro e il pieno riconoscimento dei diritti degli studenti borsisti: il DSU e in prospettiva la stessa Regione Toscana hanno il dovere di dare risposte concrete su questo piano, pena la disintegrazione di un modello basato sull’erogazione di servizi essenziali (ristorazione e alloggio) come parte fondamentale della borsa di studio. E’ una questione che a che fare da vicino con l’individuazione delle priorità politiche e del modello a cui si vuole tendere: è una questione quindi identitaria, che non può essere sacrificata nemmeno di fronte ai tagli nazionali e ai vincoli del patto di stabilità. Un altro fronte su cui continuiamo a tenere alta la guardia.