Risalgono a pochi mesi fa le dichiarazione di Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, e di Monica Barni, vicepresidente della Regione con delega alla cultura, università e ricerca:
“La Toscana fa una scommessa sul proprio futuro: siamo una delle poche Regioni che anziché togliere risorse dai fondi nazionali che ci arrivano, ne aggiungiamo di nostre. Passiamo dagli 11,5milioni di euro di risorse regionali nel 2015 ai 12,7 del 2016, con un aumento di 1,2 milioni di euro che ci consentono anche di aumentare la soglia Isee sotto la quale si può ottenere una borsa di studio. La daremo quindi ad un numero di studenti più ampio rispetto al passato” (articolo estratto da La Repubblica edizione Firenze del 05 luglio 2016).
Già da tempo denunciamo la finta volontà politica della Regione, che per mesi si è vantata di aver aumentato con 1,2 milioni di propri investimenti i finanziamenti per le borse di studio, tralasciando però di aver tolto la stessa quota dagli stanziamenti per le spese funzionali, la quota di contributo regionale non vincolata alle borse.
In realtà quindi si è realizzato di fatto solamente un trasferimento delle risorse e non un vero e proprio investimento.
Sempre la stessa Regione, che si è lodata di aver aumentato le soglie ISEE e ISPEP necessarie per poter accedere al bando borse 2016, adesso si dovrà assumere la responsabilità politica di non garantire la copertura totale delle stesse, prevedendo la figura dell’idoneo non beneficiario: studente che, sebbene in possesso dei criteri economici e di merito, non sarà vincitore della borsa di studio e del posto alloggio. Questa infatti è la situazioneche sembra delinearsi a causa delle gravi ripercussioni che le politiche sull’esenzione IVA avranno sull’Azienda del Diritto allo Studio, con una diminuzione della disponibilità economica annua per circa 2,8 milioni di euro.
La graduatoria recentemente pubblicata dall’Azienda indica infatti tutti gli studenti come idonei e non come vincitori di borsa di studio: seconde le prime stime, ancora non ufficiali, a risultare idonei non beneficiari sarebbero gran parte dei 1709 borsisti reinseriti nel diritto allo studio grazie all’innalzamento delle soglie a seguito delle proteste per l’introduzione del nuovo metodo di calcolo ISEE nel 2015. Risulta, quindi, chiaro come tutti i passi fatti lo scorso anno siano, quindi, annullati.
La Regione Toscana, in questa situazione, non può sottrarsi dalle proprie responsabilità: è necessario investire, ora più che mai, sul diritto allo studio ed è assolutamente indispensabile non solo che la Regione vada a supplire a questa mancanza in modo da coprire tutte le borse, ma anche che tutti i passi avanti fatti in questi ultimi anni in termini di servizi e diritti non scompaiano.
Il dato più preoccupante è la prospettiva che aspetta gli studenti borsisti: il rischio di veder venire meno, ad anno già iniziato, il diritto a perseguire la propria istruzione universitaria, nonostante sia riconosciuta dallo Stato la situazione di bisogno economico.
La Regione èdisposta a prendersi una responsabilità di questo tipo? Valgono ancora a questo punto le parole che il presidente Rossi ha pronunciato il 4 luglio scorso?
Sinistra per… – Pisa
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