Giovedì 17 Dicembre, intorno alle 17 di pomeriggio, con una votazione muscolare dai risultati controversi, 14 favorevoli e 12 contrari (di cui la rappresentanza studentesca nel numero di 4 votanti), il Consiglio della Scuola di Ingegneria dell’Università di Pisa ha decretato per un anno (con attuazione da Febbraio 2016) la sospensione assoluta delle proclamazioni di laurea triennale.
La volontà di eliminare le proclamazioni di laurea ha origine l’anno scorso, ma diventa di attualità a settembre, dopo vari fatti ritenuti indecorosi avvenuti alle ultime lauree; alcuni docenti si sono fatti strenui difensori del buon costume e del buon nome della Scuola di Ingegneria, e promotori di azioni aspre e concrete per ristabilire l’ordine nella (non)gestione delle proclamazioni di laurea, cioè sospenderle.
Come Sinistra per… ci siamo subito mossi per proporre azioni concrete per gestire al meglio quello che sembrava esser diventato un momento di degrado e inciviltà piuttosto che un lieto e festoso gioire di un faticosissimo obiettivo ormai raggiunto.
In sede di commissione paritetica di Scuola proponemmo la riorganizzazione degli appelli di laurea come segue: prevedere una bacheca provvisoria per l’affissione di immagini, prevedere cestini provvisori, dividere i candidati su più fasce orarie in modo da risolvere il sovraffollamento all’interno del polo A durante le sedute, prevedere una “carta etica” che delineasse i principi guida di buon comportamento da parte di ospiti e studenti, e prevedere un impegno concreto da parte dei presidenti di corso affinché quanto prima venisse applicato correttamente. La nostra proposta venne approvata all’unanimità, dando quindi inizio alla cosiddetta “sperimentazione” per il solo periodo novembre-dicembre.
Queste proposte hanno, in generale, prodotto notevoli risultati, migliorando in maniera non indifferente la situazione dal punto di vista acustico e civile.
Esempio concreto è la giornata di proclamazione delle lauree dedicato al corso di Ingegneria Gestionale, dove grazie ad una gestione accorta si è potuto notare un notevole miglioramento nel limitare disordini e sovraffollamenti.
Sembra che non tutti i corsi però si sono premurati di applicare con diligenza la “sperimentazione” di cui sopra, permettendo che disordine e baccano si ripresentassero, durante alcuni giorni, quasi più forti di prima. E’ ovviamente complesso avere prove a riguardo della non accurata gestione da parte di alcuni Presidenti, ma è lecito chiedersi come mai in alcuni casi molti problemi si siano risolti, mentre in altri la situazione è comunque degenerata. Non riteniamo credibile che in base al corso di Laurea i laureandi sviluppino un senso civico maggiore o minore. Crediamo che molte situazioni spiacevoli avvenute nell’ultimo appello d’esame siano dovute in larga parte ad una pessima gestione organizzativa e ad una mancanza di polso (o di volontà?) nel far rispettare non solo le proposte di sperimentazione, ma anche le più banali regole di civiltà e buonsenso.
Visto l’avvenuto accadimento di alcuni fatti spiacevoli, prendendo la palla al balzo, il Presidente della Scuola di Ingegneria ha prima inviato una mail a tutti i docenti paventando la necessità, ormai considerata da lui accertata, di sospendere le proclamazioni di laurea, per poi presentare la questione in Consiglio di Scuola.
Durante il consiglio molti docenti si sono schierati a favore della sospensione delle lauree, adducendo come motivazione che il baccano creatosi in alcune occasioni ha evidenziato come la colpa fosse esclusivamente degli studenti e perciò dovevano essere puniti; altri hanno sottolineato come solo la mancata organizzazione razionale delle proclamazioni è la causa di tutti i problemi creatisi.
Imbarazzante additare agli studenti tutte le colpe, come imbarazzanti son stati alcuni emendamenti. Una proposta è stata quella di spostare le Lauree in aula F9 così gli studenti, secondo i docenti proponenti, si sarebbero resi conto del chiasso e si sarebbero comportati in maniera più civile. Altri hanno proposto di organizzare le proclamazioni nelle sedi di Dipartimento lontane dal Polo A, in modo che i festeggiamenti non disturbassero più i docenti i cui uffici sono situati nello stesso, ma piuttosto spostando il disordine in luoghi ancora più delicati ed inadeguati.
Visto il paziente malato, e nonostante la cura sembrasse funzionare, anziché continuare il percorso di miglioramento, magari mettendo in atto quanto già stabilito o considerando ulteriori proposte oltre alle precedenti, si è passati direttamente all’eutanasia delle proclamazioni, ma solo delle triennali.
Viene allora da pensare che tale drastica soluzione era già pensata per essere approvata e la sperimentazione era solo un modo per avere le mani pulite una volta che la frittata era fatta.
La sospensione delle lauree triennali ha decretato la fine delle strette di mano in aula magna. La soluzione alternativa proposta dai docenti è ormai ben nota al panorama italiano: importiamo un altro modello, in questo caso quello Americano. Dopo una notifica via mail nel giorno effettivo della laurea amministrativa, le proclamazioni di laurea verranno organizzate due giorni l’anno al Palazzo dei Congressi; festeggeranno quindi non più poche decine di laureati al giorno (già particolarmente problematico da gestire) ma addirittura centinaia di studenti (con decine di invitati ciascuno) in unico giorno a semestre. Oltre agli ovvi problemi organizzativi (non ancora chiariti) ed i costi derivanti da affitto, pulizia e manutenzione verrebbe quindi sminuita quella che è il tanto atteso momento di festa del singolo laureato triennale, conferendo a questo sempre più il ruolo di semplice figura di passaggio.
Come Sinistra Per…, ma soprattutto come studenti, non possiamo che ritenere questo triste risultato come il prodotto di una visione controversa dell’università, dove gli studenti non vengono considerati parte integrante della comunità accademica universitaria, se non motivo stesso dell’esistenza dell’università, ma piuttosto utenti passeggeri che usufruiscono di un servizio che alcuni docenti si sentono solo in obbligo di dover fare.
E’ da questa idea che la settorializzazione degli spazi, della ghettizzazione della componente studentesca prende forma, l’idea che l’università è di proprietà dei docenti e gli studenti sono solo di passaggio, l’idea che gli studenti devono stare nelle aule, lontani dai dipartimenti e lontani dagli uffici dei docenti.
Ci impegniamo a tenere informati gli studenti sulla questione, cercando nel frattempo di trovare soluzioni; prevederemo quando possibile un momento di confronto con tutti gli studenti dei corsi di ingegneria.