L’Italia si trova al 36° posto tra i 37 paesi OCSE per percentuale di laureati tra i 25 e 34 anni, mentre dal lato della scuola la dispersione scolastica ad oggi è del 15% con picchi inquietanti come il 24% in Sicilia.
L’istruzione è sempre più costosa e meno accessibile. Molte famiglie e molti studenti e studentesse, semplicemente, non possono permetterselo. Il combinato dell’emergenza sanitaria e della crisi economica da essa scaturita rischia nel prossimo futuro di aggravare ulteriormente la situazione.
Oggi più che mai serve quindi che l’istruzione sia gratuita e accessibile a tutte e a tutti, per realizzarla è necessario un deciso investimento del Governo che porti almeno al 5% del PIL la spesa pubblica legata all’istruzione. Non non è un’utopia: è evidente che per sostenere l’eliminazione delle tasse universitarie occorra ragionare su lungo periodo che permetta di garantire in modo permanente una coperta economica: serve anche una lotta all’evasione a una riforma progressiva del nostro sistema fiscale: basterebbe un aumento di un punto dell’aliquota Irpef del 5% più ricco della popolazione per cancellare le tasse universitarie.
Bisogna avere il coraggio di mettere università e scuola al centro dell’interesse del Paese, perché non bastano elargizioni ad imprese e privati per evitare il disastro sociale se non si investe sugli unici luoghi dove si può pensare il futuro.
Riteniamo che in questo momento storico l’istruzione gratuita sia una necessità: non possiamo limitarci a tornare alla situazione che c’era pre pandemia, ma occorre avere più strumenti per uscire prima e meglio dalla crisi in cui siamo.
Vogliamo un’Università aperta!