La giornata di ieri è stata l’“Overshoot day” per l’Italia: se tutti i paesi del mondo consumassero le risorse che il nostro pianeta riesce a generare ogni anno allo stesso ritmo in cui le utilizza l’Italia, ci servirebbero quasi 3 “terre” all’anno.
Certe notizie rappresentano un grosso peso per la salute mentale di moltз di noi, soprattutto perché la narrazione dominante nella crisi ambientale e climatica punta il dito sui consumi e sullo stile di vita della singola persona. In realtà questa narrazione è portata avanti proprio dai veri responsabili della sofferenza del nostro pianeta.
Il modello neoliberista ha cancellato il concetto di limite, illudendo i popoli che una crescita infinita avrebbe portato maggiore benessere a tuttз, a discapito dei limiti fisici del nostro pianeta. Le conseguenze dirette del superamento di questi limiti le subiscono sempre le classi meno abbienti e la cosiddetta classe “media” che tende a scomparire per coprire i costi dello sfruttamento delle risorse: la crisi la stiamo pagando con le nostre tasche, mentre chi l’ha causata si arricchisce sempre di più.
La maggioranza delle emissioni di CO2 deriva dall’utilizzo dell’energia nelle industrie e dalle attività di allevamento ed agricoltura in larga scala. Negli ultimi 20 anni l’Italia ha gettato più di 270 milioni di tonnellate di cibo. Non è colpa nostra se la temperatura del pianeta sale, è colpa dei metodi di produzione ossessiva e distruttiva del capitalismo. Per ridurre le disuguaglianze abbiamo bisogno di un nuovo modello economico che superi i limiti dell’attuale modello produttivo, un modello sostenibile a livello ambientale, sociale ed economico.
Chi ha le mani sporche di sangue deve ricordarsi che la Terra su cui viviamo non l’abbiamo ereditata dai nostri genitori, l’abbiamo presa in prestito dai nostri figli.