Ieri il Consiglio d’amministrazione dell’ARDSU ha finalmente approvato lo schema di scrittura privata con INAIL per la concessione del complesso in via Paradisa già utilizzati come residenza universitaria dal 2004 al 2008 per un totale di 500 posti letto. I 3 edifici di proprietà di INAIL sono rimasti vuoti e abbandonati al degrado da quando gli studenti borsisti alloggiati in questa struttura hanno dovuto lasciare le proprie stanze; a più riprese in questi anni INAIL ha provato a liberarsi del bene e incassare sulla vendita mediante bandi di alienazioni andati di fatto deserti.
Con la delibera dell’ARDSU è stato compiuto un importante passo avanti per soddisfare l’esigenza di posti letto su Pisa, le cui graduatorie pubblicate lo scorso 15 ottobre ci parlano di più di 1.500 su un totale di 3.064 studenti aventi diritto che non potranno usufruire del servizio residenze a causa del numero insufficiente di posti alloggio disponibili. Inoltre, si sono create le condizioni per sottrarre un immobili pubblico alla svendita e per il suo recupero e riutilizzo per rispondere a dei bisogni sociali.
Non siamo arrivati a questa situazione per caso o per una concessione dall’alto. Con un percorso lungo più di un anno, gli studenti e le studentesse sono riusciti a riaprire un dibattito pubblico in città su via Paradisa e sull’inaccettabilità di vedere ancora sfitti quegli edifici. Come Sinistra per… abbiamo denunciato l’abbandono dell’immobile a partire dall’occupazione simbolica del settembre 2012, quando assieme a tutto il Municipio dei Beni Comuni abbiamo promosso in città il progetto RiutilizziAmo l’Italia del WWF contro il consumo di suolo, per poi fare pressioni sulla stessa INAIL affinché si sedesse a un tavolo di trattativa con il Dsu.
Infine, abbiamo proseguito la battaglia nel Cda dell’ARDSU dove, con il consenso delle altre componenti del consiglio, è stato possibile trovare una soluzione ottimale per la rivalorizzazione del patrimonio pubblico, che dà una prima risposta alla carenza di posti alloggio, non prevede ulteriore cementificazione e comporta per il Dsu spese per posto letto nettamente minori rispetto a ogni altro progetto. Su questo ultimo aspetto risulta lampante il contrasto con il progetto di costruzione della residenza universitaria di San Cataldo, che oltre a prevedere la dismissione di due immobili ha un costo complessivo di gran lunga superiore.
La partita non è sicuramente finita. Sollecitiamo la presentazione del progetto preliminare di ristrutturazione e l’accettazione dello stesso da parte di INAIL. Soprattutto, riteniamo imprescindibile individuare soluzioni per affrontare nell’immediato il disagio abitativo e la carenza di posti alloggio, dato che la Paradisa non sarà disponibile prima di settembre 2015. Per questo continuiamo a chiedere che DSU, Università e Comune intraprendano un ragionamento serio sul patrimonio pubblico presente in città, al fine di analizzare quali immobili sottoutilizzati o inutilizzati possono essere convertiti rapidamente in studentati e mense universitarie, a partire dall’ex albergo di proprietà comunale di Santa Croce in Fossabanda.
Oggi abbiamo portato queste rivendicazioni anche di fronte al Rettore dell’Università di Pisa, interrompendo i lavori del Consiglio d’amministrazione e chiedendo un forte impegno dell’amministrazione per coordinarsi con gli altri enti nell’individuazione di risposte immediate ai bisogni degli studenti. Le risposte del Rettore non sono state soddisfacenti: per quanto si sia impegnato a un censimento del patrimonio immobiliare dell’università, l’insistenza sulle finalità istituzionali dei diversi enti è emblematica di una mancata presa di responsabilità sul problema della carenza di posti alloggio e di mense universitarie presso i nuovi poli didattici. Continueremo a portare avanti le nostre istanze attraverso la partecipazione, assemblee, momenti di piazza e pressioni sulle istituzioni.