Il programma elettorale del gruppo Sestante

Il Gruppo Sestante è la lista di rappresentanza del Dipartimento di Scienze Politiche che da sempre lotta per difendere i diritti della componente studentesca. Facciamo parte del movimento studentesco Sinistra per…, con la quale dal 1995, senza sosta, siamo “la voce della comunità studentesca” dell’Università di Pisa!

Siamo un’organizzazione che ogni giorno promuove, attraverso lo strumento della rappresentanza, il miglioramento delle nostre condizioni materiali come componente studentesca.

Sinistra per… è l’unica lista indipendente, politicamente ed economicamente, da qualsivoglia partito, sindacato o organizzazione. Partecipa semplicemente la comunità studentesca che si auto-rappresenta per raggiunggere adeguatamente gli obiettivi che si prefigge, senza ingerenze esterne.

Per questo i nostri coordinamenti sono aperti a chiunque voglia partecipare per portare le proprie esigenze e trovare soluzioni concrete e soddisfacenti.

Insieme continuiamo a lottare per difendere il Diritto allo Studio e l’accesso ai saperi!

Didattica

La didattica che vogliamo è un’esperienza formativa universalmente accessibile e capace di darci strumenti di analisi critica del mondo che ci circonda. L’apprendimento deve essere un processo sociale che ci arricchisca come membri di una comunità, oltre a fornirci competenze utili nel mondo lavorativo. Siamo contro una didattica basata sull’accesso limitato alle informazioni e soprattutto su una logica di competizione che ci porta a vivere il percorso di studi come una gara sofferta. Questa condizione ci costringe a chiuderci in una dimensione di isolamento e stress psicologico e ci proietta unicamente verso l’acquisizione più rapida possibile dei CFU che permetterebbero di laurearci.

Tuttavia per molti di noi il raggiungimento della Laurea è ancora un percorso denso di ostacoli che spesso non hanno nessuna correlazione con l’impegno nello studio: mancato rispetto degli appelli straordinari, modalità d’esame non coerenti con il programma, esami volutamente trasformati in colli di bottiglia per diminuire il numero di studentɜ nei corsi di laurea.

Riconosciamo che il successo accademico dipende spesso dalle condizioni di partenza e dal contesto in cui ci troviamo, e non solo dal merito individuale. Riteniamo che ogni studente abbia diritto a seguire ritmi personali nel proseguimento della propria carriera, senza che questo sia causa di malessere o senso di colpa. Ciò che ci rallenta infatti è in massima parte responsabilità di un sistema universitario che ci supporta ben poco e anzi, incoraggia queste dannose dinamiche.

A causa di decenni di definanziamento l’Università pubblica italiana è privata delle risorse necessarie a investire in ricerca e soprattutto nella didattica, sua primaria missione, spesso trascurata. Inoltre, la carenza di docenti è aggravata da criteri di valutazione ministeriali che premiano la ricerca e la terza missione a discapito della didattica. Di conseguenza, molti docenti percepiscono l’insegnamento come un obbligo, dedicandovi meno tempo ed energie, con una qualità proporzionale solo alla loro passione e senso di responsabilità.

A causa della situazione sopra descritta siamo assolutamente contrari all’accesso programmato nei corsi di laurea, il cosiddetto “numero chiuso”. La logica che sottostà a questa misura è quella della selezione in entrata come attuazione di una fantomatico principio meritocratico.

A Scienze del Servizio sociale il numero chiuso è diventato purtroppo realtà, scelta contestuale alla mancanza di rappresentanza studentesca nel Consiglio di Corso dove è stato approvato nel 2021. La motivazione addotta come giustificazione per questa scelta è la limitatezza dei posti disponibili per lo svolgimento dei tirocini: problema reale, ma risolvibile tramite un investimento in termini di personale da parte del Dipartimento.

Ci preoccupa la diffusione negli ultimi anni dell’idea di inserire il numero chiuso anche per la triennale di Scienze Politiche. Questa volontà trova giustificazione nei criteri di finanziamento dell’Ateneo, e di conseguenza del Dipartimento, che premiano i corsi di laurea dove si acquisiscono CFU in fretta e penalizzano invece quelli dove le carriere universitarie progrediscono più lentamente arrivando addirittura al rischio di una chiusura forzata del corso. La ratio del Dipartimento vorrebbe perciò essere quella di intercettare in entrata le eccellenze, ossia la parte di componente studentesca che, secondo il Dipartimento, riuscirebbe a dare esami con facilità e a mantenere un alto livello di motivazione lungo tutto l’arco del percorso formativo.

Come Gruppo Sestante non ci stiamo: al confronto con la realtà di una didattica carente su più fronti questa folle misura risulta esacerbare problemi già individuati sopra.

Il numero programmato è, insomma, rappresenta una soluzione superficiale e, per come ci viene presentata, ideologica: intercettare l’eccellenza all’entrata significa meramente discriminare e dichiarare di non essere in grado di formarla con le proprie forze.

Come Gruppo Sestante riteniamo sia giusto dare massima pubblicità alle informazioni relative ai corsi, al materiale didattico e all’accesso alle strutture. Vogliamo infatti rendere i Regolamenti dei Corsi di studio pubblici, come in altri Dipartimenti; in essi troviamo normate tutte le attività del Dipartimento, incluse le modalità di svolgimento delle lezioni e degli esami.

Esami

Gli esami sono un momento delicato per ogni studentǝ universitariǝ, ma in quella sede abbiamo, oltre che doveri, anche diritti. Questi sono normati negli articoli 23 e 24 del Regolamento Didattico d’Ateneo. Ad esempio è lì che viene stabilito l’obbligatorio anticipo di 60 giorni per la pubblicazione delle date di appello.

In questo anno come rappresentanti negli Organi Centrali stiamo partecipando a un processo di revisione del Regolamento che porterà miglioramenti sostanziali anche per quanto riguarda lo svolgimento degli esami.

In generale siamo impegnatɜ nel garantire tutte le tutele di cui necessitiamo in sede d’esame e risolvere tutte le problematiche che vi potrebbero emergere: non esitare a contattarci per segnalare eventuali disagi!

Appelli

Prima dell’anno accademico 23/24 il Dipartimento offriva 7 appelli ordinari e due straordinari. Tuttavia, durante la pianificazione didattica dell’anno precedente, è stato eliminato l’appello di dicembre. Questa decisione è stata presa per introdurre pause didattiche, settimane di recupero e per estendere le settimane di lezione, al fine di favorire la “sedimentazione delle conoscenze”, unica motivazione data dal Dipartimento per giustificare questo cambiamento. 

L’eliminazione di un appello non solo complica un calendario già di per sé impegnativo, ma priva la comunità studentesca di un’opportunità per sostenere un esame aggiuntivo. Questo cambiamento colpisce soprattutto chi, per mantenere la borsa di studio, deve acquisire un certo numero di crediti. In complesso questa misura compromette il diritto allo studio e allunga i tempi di laurea.

Il problema principale è la qualità spesso carente della didattica: eliminare un appello senza esaminare le cause del rendimento della componente studentesca è una decisione affrettata e irresponsabile da parte del dipartimento.

Chiediamo quindi:

  • il ripristino, in sede di calendarizzazione didattica, del settimo appello ordinario, che sia un terzo invernale o uno primaverile, per favorire la partecipazione e non togliere possibilità a studentɜ di sostenere un esame in più;
  • l’implementazione del prolungamento di appello, già adottato in alcune aree: è un appello aggiuntivo che permette di avere due date nello stesso appello, con l’unico vincolo di non poter sostenere la stessa materia in entrambe le date, potendo comunque sostenere due materie diverse.

Prove intermedie

Parte del corpo docente dà la possibilità di sostenere prove intermedie per alleggerire il carico dell’esame finale.

Tuttavia, le prove intermedie spesso prevedono una raccolta di presenze e una frequenza minima che non è sostenibile.

Riteniamo che le prove intermedie siano uno strumento efficace sia per l’apprendimento, sia per l’alleggerimento della sessione.

Chiediamo quindi:

  • l’estensione di tutele analoghe a quelle garantite agli appelli ordinari anche alle prove in itinere;
  • che si incentivi il corpo docente a organizzare le prove in itinere laddove possibile;
  • che la possibilità di svolgere le prove non sia vincolata alla registrazione delle presenze a lezione.

Sovrapposizione degli esami

Nel nostro Dipartimento la finestra temporale per calendarizzare un appello per ciascun esame è solitamente di 13 giorni, fine settimana escluso; è un periodo di tempo molto breve considerando il numero di esami da sostenere in ogni appello.

Questa situazione può creare notevoli difficoltà, costringendo la componente studentesca a dover scegliere tra gli esami da sostenere.

La sovrapposizione degli esami deriva da un mancato coordinamento e programmazione da parte del Dipartimento o da cambiamenti nel calendario degli esami effettuati all’ultimo minuto. 

È fondamentale una pianificazione accurata del calendario degli esami, la loro pubblicizzazione per tempo e una tempestiva risoluzione delle sovrapposizioni, soprattutto degli esami dello stesso anno di corso.

Chiediamo quindi:

  • l’aumento del numero di giorni della finestra dedicata a un appello;
  • l’impegno del Dipartimento a garantire che per i corsi dello stesso anno non ci siano sovrapposizioni e che in generale impattino in maniera minima sui percorsi di studio. Questo può essere realizzato ad esempio con l’istituzione di una Commissione Orario come in altri Dipartimenti.

Questionario post esame

Come ben sappiamo, per poter iscriversi ad un esame su Valutami è necessario compilare il questionario di valutazione del corso. È importante compilare consapevolmente i questionari in quanto fondamentale strumento di indagine per il miglioramento dei corsi e di garanzia delle tutele di cui godiamo come componente studentesca.

Purtroppo però, dall’analisi dei questionari viene esclusa la fase dell’esame, anch’essa parte del nostro percorso di studi che riteniamo necessario sia valutata. Data la compilazione previa sessione infatti non è possibile esprimere pareri o segnalazioni riguardanti l’andamento della prova; proprio per l’assenza di valutazione, l’esame purtroppo può diventare una sede in cui le tutele nei confronti della comunità studentesca vengono meno (vedi i diritti in sede d’esame normati nel Regolamento Didattico d’Ateneo).

È per questa motivazione che riteniamo necessaria l’istituzione del questionario di valutazione post esame. Si tratta di un mezzo che è già in sperimentazione in alcuni Dipartimenti e che ci impegniamo ad estendere in tutto l’Ateneo, incluso il nostro Dipartimento, per mettere a disposizione della comunità studentesca uno strumento di autotutela.

Fuoricorso in itinere

La figura del fuori corso in itinere è pensata con l’obiettivo di permettere, dal secondo semestre del secondo anno, di accedere agli appelli straordinari di aprile e novembre per sostenere le prove degli anni precedenti. Questo strumento non solo ci agevolerebbe nella gestione degli esami, ma sarebbe anche un modo per distribuire più adeguatamente il carico di studi, evitando sessioni troppo cariche. 

Non potendo evitare la logica di accumulo dei CFU a cui siamo costrettɜ per non incappare nella maggiorazione per fuoricorso o nella perdita della borsa di studio, il legittimo minimo da esigere è la possibilità di accedere a più sessioni d’esame possibile. La decongestione che ne deriverebbe permetterebbe di vivere l’esperienza universitaria in maniera meno stressante. 

Inoltre, si tratta di uno status già noto in Università, in quanto attivo nel 2019 nel Dipartimento di Giurisprudenza. 

Il nostro impegno è fare in modo che questa proposta diventi realtà nel nostro Dipartimento, così da consegnare alla componente studentesca uno strumento in più per gestire al meglio gli esami universitari.

Workshop

Chi studia Scienze Politiche lo sa bene: invece di optare per un tirocinio, c’è la possibilità di acquisire i 3 crediti formativi attraverso workshop di orientamento, che, citando il sito del Dipartimento, hanno carattere seminariale e sono a frequenza obbligatoria. Il conseguimento di questi  CFU è vincolato alla partecipazione attiva al seminario e alla presentazione di una relazione entro un anno dallo svolgimento del workshop. 

Dobbiamo sottolineare alcune problematiche: innanzitutto, si tratta di attività ad accesso limitato (parliamo solitamente di una trentina di posti) il che si trasforma in una vera e propria corsa a chi si iscrive prima sul portale Valutami. Riuscire a iscriversi dipende dal caso ma anche banalmente dalla velocità della connessione e del proprio dispositivo; chi non riesce è costretto ad aspettare tempi indeterminati. 

E qui scopriamo il secondo problema: la scarsità dell’offerta degli workshop che costringe le persone, soprattutto quelle vicine alla laurea, a essere costantemente connesse per scovare gli annunci prima dellɜ colleghɜ. 

Inoltre il tempo necessario alla correzione delle relazioni che vengono inviate al coordinatore scientifico. Data l’insufficienza delle risorse, in molti lamentano il passaggio anche di qualche mese per il riconoscimento dei crediti, un periodo troppo lungo, in particolar modo quando ci si avvicina alle scadenze per la presentazione della tesi. 

Le richieste allora vengono da sé: chiediamo una maggiore attribuzione di risorse allo strumento del workshop, sia per aumentarne il numero durante l’anno sia per favorire delle correzioni più celeri, oltre ad alleggerire il carico di lavoro che grava sulle spalle di poche persone. Chiediamo, inoltre, che venga aumentato anche il tetto alle iscrizioni a queste attività, in modo tale da permettere a più persone di prendervi parte e porre fine alla ricerca spasmodica di annunci nella pagina dedicata. Vediamo infatti che troppe persone sono costrette a rinunciare a seminari i cui argomenti possono rientrare nel proprio campo d’interesse, solo perchè hanno avuto la sfortuna di essere arrivati poco più tardi dellu altr3, ritrovandosi poi a dover aspettare un anno per avere la stessa possibilità.

Tirocini

Quando si parla di tirocinio si pensa ad un momento aggregativo e soprattutto di crescita personale e  professionale. 

Purtroppo però, nel nostro Dipartimento e soprattutto nei corsi che riguardano l’ambito del servizio sociale, il tirocinio viene considerato solo come uno step da superare e, nelle condizioni in cui viene fatto, tutto è tranne che un’esperienza formativa.

I tempi d’attesa sono lunghi e il numero degli enti in cui si può fare tirocinio sono pochi e non sempre rispecchiano l’ambito in cui le persone vogliono specializzarsi.

Il tirocinio  da 12 o 15 CFU, viene messo nel programma didattico al secondo semestre del terzo anno in concomitanza con altri corsi di studi, che unito all’attesa costringe le persone a vedere i propri studi prolungati.

Crediamo sia necessario un cambiamento e vogliamo equilibrare i corsi tra i semestri in modo tale da non caricare troppo la componente studentesca durante il periodo di tirocinio.

L’attuale gestione dei tirocini, non prevede un rimborso spese, necessario soprattutto quando il tirocinio viene condotto al di fuori del territorio pisano il che comporta un grosso dispendio economico a carico della componente studentesca stessa.

Come Gruppo Sestante stiamo cercando ormai da anni di migliorare la gestione dei tirocini e far sì che l’esperienza che viene vissuta possa essere la migliore.

Per questo chiediamo:

  • il monitoraggio delle persone in lista d’attesa; 
  • l’implementazione dell’elenco degli enti convenzionati;
  • la possibilità di cercare autonomamente gli enti;
  • il miglioramento della comunicazione con i tutor;
  • l’ampliamento dei campi di studio per la scelta del tutor;
  • la previsione di un periodo prestabilito per lo svolgimento del tirocinio senza che questo intacchi sui corsi;
  • il rimborso delle spese di spostamento per lo svolgimento del tirocinio.

Lezioni

Come Gruppo Sestante pensiamo che le lezioni debbano essere un momento di condivisione della conoscenza dove chi insegna si mette a disposizione della componente studentesca  fornendo strumenti analitici e critici per affrontare una materia. L’aspettativa è quella di vedere, dall’altra parte della cattedra, una persona competente e appassionata.

Vogliamo evitare una liceizzazione dell’Università: non vogliamo una figura che si siede ed svolge una lezione monotona senza trasporto o, peggio ancora, che si limiti a leggere manuali o materiale digitale che è sempre lo stesso di anno in anno. 

L’Università deve essere un luogo di sviluppo del proprio bagaglio culturale, nel quale le lezioni siano sede di confronto e scambio di interessi.

Riconoscimento crediti

Con riconoscimento crediti si intende il processo attraverso il quale le Università valutano e accettano i crediti ottenuti dalla componente studentesca proveniente da  altri istituti di istruzione superiore, sia a livello nazionale che internazionale.

Spesso il processo di riconoscimento è molto insidioso, sia quando si tratta della convalidazione degli esami sostenuti in altre università, sia quelli sostenuti nel programma Erasmus.

Non solo: nel nostro Dipartimento, sostenere un esame a libera scelta può creare dei problemi durante la verbalizzazione se il corso di riferimento non è quello a cui l student afferisce. 

Abbiamo raccolto segnalazioni da parte della comunità studentesca sulla macchinosità di questo processo che spesso prevede di dover passare dall’amministrazione del Dipartimento per l’inserimento dell’esame come opzionale nel piano di studi. In alcuni casi anche rischiando il non riconoscimento dei crediti per la borsa di studio o un allungamento dei tempi di laurea.

Chiediamo quindi:

  • il riconoscimento crediti standardizzato per gli esami a libera scelta sostenuti all’interno di UniPi
  • lo snellimento delle pratiche per il riconoscimento crediti nei programmi di mobilità Erasmus e trasferimento in entrata
  • l’aumento del personale amministrativo a sostegno delle pratiche

Materiale didattico

Riteniamo essenziale un maggior impegno da parte del Dipartimento e della componente docente nella cura del materiale didattico per la preparazione degli esami, considerando anche le esigenze di chi non può frequentare le lezioni. Questo implica mettere a disposizione più testi consultabili in biblioteca per più di un giorno così da consentire una preparazione completa degli esami.

Una cura adeguata del materiale didattico implica inoltre l’inserimento in bibliografia esclusivamente di materiale presente all’interno delle biblioteche, aspetto non sempre rispettato che ci costringe a richiedere lunghi prestiti interbibliotecari, a sostenere spese personali o a ricorrere a scorciatoie illecite.

Una nostra ulteriore proposta riguarda l’adozione di manuali con disponibilità di risorse digitali o ebook messe a disposizione dalla componente docente. Questo faciliterebbe l’accesso al materiale aggiuntivo per la comprensione dei contenuti e per l’approfondimento degli esercizi, rendendo così più agevole il percorso di studio per tutte le studentesse. 

Didattica integrativa 

La richiesta di materiale digitale si collega anche alla necessità di mantenere le lezioni registrate durante il periodo pandemico. Per la loro utilità non possiamo abbandonare alcuni mezzi adottati in pandemia né permettere che questi si sostituiscano alla didattica in presenza. Nel post pandemia le registrazioni costituiscono uno strumento aggiuntivo di notevole beneficio per l’integrazione del materiale didattico; tant’è che una parte del corpo docente – piccola, purtroppo – continua a registrare le proprie lezioni. In generale, chiediamo la possibilità di registrare i corsi in modo che si possa tornare in un secondo momento a quanto svolto in classe. 

Biblioteca

Le biblioteche sono una delle risorse più sottovalutate a nostra disposizione. Se da un lato sono fortemente frequentate come luogo di studio, veramente poche le utilizzano per il loro originario scopo: consultare e prendere in prestito libri. Una delle cause di questo fenomeno è il basso numero di copie disponibili, a volte l’assenza stessa dei testi indicati ed infine l’inadeguatezza dei tempi di prestito rispetto ai tempi dello studio.

Come Gruppo Sestante riteniamo necessario un rinnovamento del catalogo e delle risorse bibliotecarie in modo da non solo mettere a nostra disposizione materiale didattico più recente, ma anche ottenere l’aumento dei tempi di prestito e una quantità  maggiore di copie disponibili. 

Inoltre, tenendo conto che di molti materiali esistono delle copie digitali, pensiamo che l’Università debba acquistare tali copie e metterle a disposizione dell student. Questo non solo agevolerebbe la consultazione, ma sarebbe anche un sostanziale deterrente contro la vendita illecita dei materiali da parte delle copisterie.

Il Dipartimento

Spazi

Chiunque frequenti il nostro polo e segua le lezioni che si tengono al suo interno avrà avuto modo di riconoscervi alcuni aspetti fondamentali: si tratta di una struttura moderna che però soffre di alcune problematiche alle quali sentiamo di voler rispondere per migliorare la qualità della vita al suo interno e costituire spazi in cui le esigenze di chi frequenta il Polo possano essere rispettate e soddisfatte.  

Per questo chiediamo che i luoghi in cui vivere la nostra carriera universitaria siano finalmente ripensati a misura di studentǝ, ripristinando in particolare quella dimensione di socialità e possibilità di aggregazione che a causa della recente crisi pandemica ancora fatica a riaffermarsi nonostante sia anche questa a rendere questi spazi così importanti per molti fra coloro i quali vi trascorrono le proprie giornate.

Riunificazione

Quando chi frequenta Scienze Politiche ha la necessità di andare ad un ricevimento o di consultare un libro nella nostra biblioteca, dopo le lezioni, deve obbligatoriamente percorrere tutto il lungarno. Questo spostamento è la dimostrazione della dispersione che ha subito il nostro Dipartimento a causa delle scelte dell’amministrazione; una divisione che prevede l’assegnazione, rispettivamente, delle aule di lezione, degli uffici e della biblioteca al Polo Piagge, a Palazzo Bianchi Monzon (via Serafini) e a Palazzo La Sapienza. Una breve ricerca su internet è sufficiente per capire la distanza che intercorre tra questi edifici e, come prima conseguenza, possiamo notare come i testi della biblioteca vengano consultati sempre meno. È inoltre facile immaginare le difficoltà che può incontrare la componente pendolare nel recarsi in luoghi così lontani dopo una lunga giornata di lezioni, rischiando di perdere i propri mezzi. 

Per questo il nostro obiettivo è la riunificazione del dipartimento in un unico sito: proponiamo che il polo di Scienze Politiche sia trasferito in quello di Veterinaria, ora in via di smantellamento, sul viale delle Piagge, in modo che tutti gli aspetti che riguardano la vita accademica diventino davvero a portata di studentǝ. 

Infrastrutture

Postazioni elettrificateVivendo ogni giorno la realtà del nostro Polo è impossibile non accorgerci che l’utilizzo di dispositivi elettronici è di primaria importanza per prendere appunti ma anche per svolgere gli esami. 

Per chi però si trova a passare intere giornate all’interno della struttura pesa molto la mancanza di prese elettriche all’interno delle aule, presenti solo in numero esiguo ed in posizioni che risulta scomodo raggiungere durante le lezioni. 

Sosteniamo perciò la necessità dell’installazione di prese sia nelle aule, vicine alle sedute, sia nei gazebi esterni, come già fatto in altri poli dell’Ateneo. 

Erogatori dell’acquaNon sempre gli erogatori si dimostrano efficienti, creando spesso lunghe file durante gli intervalli per via della loro lentezza di erogazione e l’utilizzo intenso.

Per ovviare al disagio chiediamo l’aumento del numero di erogatori e la sostituzioni degli attuali con modelli più veloci.

Rete InternetSpesso i nostri dispositivi non riescono a connettersi alla rete internet d’Ateneo, che sia per il sovraccarico degli utenti che richiedono l’accesso o l’isolamento dal segnale dato dalla struttura dell’edificio. Quest’ultimo rende anche impossibile usufruire della rete mobile che perciò non può essere considerata un’alternativa nei momenti d’emergenza. 

È impensabile che un ateneo non riesca a garantire l’accesso alla rete internet nei suoi spazi. Vogliamo che l’accesso a internet sia garantito e funzionale in qualsiasi punto del polo e che l’infrastruttura di rete sia efficientata. 

Aule aperte in orario serale

Ci scontriamo con la miope politica di gestione delle aule al Polo Piagge ogni giorno: è solo al Polo Piagge infatti che le aule vengono chiuse non appena le lezioni finiscono, rendendo così impossibile occuparle per studiare. I posti in aula studio, infatti, non sono assolutamente sufficienti a coprire l’esigenza dell’intera comunità studentesca che attraversa il Polo. Per questo e per la distanza da altri spazi universitari, riteniamo inoltre fondamentale garantire l’apertura del Polo anche in orario serale.

Socialità e cultura

Frequentare il Polo Piagge non vuol dire solo seguire lezioni e sostenere esami.

Come Gruppo Sestante pensiamo che gli spazi universitari debbano essere anche luoghi di aggregazione, socialità, svago e cultura. Oltre a tutte le misure atte a renderlo un luogo accessibile e funzionale al nostro percorso di studi vogliamo che il Polo diventi anche un posto accogliente e fruibile nelle più svariate modalità che possiamo ideare per tutte le persone che lo frequentano.

La cultura è un motore di aggregazione e socialità; come comunità studentesca possiamo produrre cultura autonomamente.

Come Gruppo Sestante abbiamo organizzato vari eventi e continueremo a proporne,

Chiediamo che il dipartimento favorisca sia momenti ricreativi che culturali autogestiti dalla componente studentesca e metta a disposizione fondi per queste attività.