Il consiglio dei ministri di mercoledì 28 agosto ha preso una serie di provvedimenti sulla casa e sulla tassazione del patrimonio immobiliare. Via la tanto contestata Imu sulla prima casa anche per chi possiede un villino, dopo un dibattito durato diversi mesi che troppo spesso ha trascurato le urgenze del mondo del lavoro, del welfare e dell’istruzione, dal 2014 si passa alla Service Tax, denominata TASER proprio come la pistola a impulsi elettrici in dotazione alla polizia americana. Questo sinistra coincidenza si associa a un nuovo balzello che graverà soprattutto sulle fasce più deboli della società: chi non può permettersi l’accesso alla proprietà e tutti gli studenti universitari fuori sede. Nel comunicato che segue, inviato oggi ai giornali, segnaliamo i principali motivi di indignazione per questo provvedimento che sembra proprio prendere dai più deboli per diminuire le tasse ai più ricchi.
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Esprimiamo forte preoccupazione per la soppressione dell’Imu sulla prima casa e la sua sostituzione per l’anno 2014 con la c.d. Service Tax. La nuova imposta su immobili e servizi sarà a carico non soltanto dei proprietari ma anche degli inquilini, con importi ancora da determinare ma che comunque dovranno coprire il vuoto lasciato dall’Imu. Questo, secondo una stima prudenziale realizzata prontamente dall’Unione Inquilini, comporterà un aumento medio di circa 1000€ annui sulle spese per il mantenimento degli affitti, cosa gravissima in una situazione dove ogni anno ci sono già 70.000 sentenze di sfratto per morosità passiva.
Denunciamo come con questo provvedimento la già difficile situazione degli studenti fuori sede sarà aggravata con maggiori spese. Parallelamente, rischia di favorire il già molto diffuso fenomeno degli affitti in nero, aggiungendo l’ulteriore spesa della nuova tassa a cui far fronte contraendo un regolare contratto di locazione. Questa situazione è ancora più pesante se pensiamo che in Italia nessuna regione ha sufficiente disponibilità di posti alloggio nelle residenze universitarie per soddisfare il numero di studenti borsisti aventi diritto a tale servizio.
A fronte di questa analisi, segnaliamo le particolari criticità derivanti dalla specifica situazione pisana, contrassegnata da un numero insufficiente di posti alloggio e da più di 20.000 studenti fuori sede già vittime di canoni d’affitto fuori controllo (per i quali le istituzioni ritardano ad elaborare contromisure). Chiediamo all’amministrazione comunale, chiamata a definire gli importi della nuova tassa, una netta presa di posizione contro gli effetti sociali devastanti di questo provvedimento sulle fasce meno abbienti della popolazione e, a partire dallo strumento della Conferenza Università-Territorio, l’apertura di un tavolo sul tema con i rappresentanti degli inquilini e degli studenti. In generale, spingeremo per un approfondimento della questione abitativa: al centro delle nostre rivendicazioni nel prossimo autunno ci saranno non soltanto l’urgenza dei finanziamenti in istruzione, ricerca e diritto allo studio, ma anche la cancellazione di questa tassa iniqua e la necessità sul territorio politiche più efficaci sulla casa e sul diritto all’abitare in grado di costruire tutele crescenti per le categorie più deboli.