Non diciamo nulla di nuovo se iniziamo questo post scrivendo che, all’interno delle nostre discussioni, i temi caldi che riguardano il Diritto allo Studio sono sempre all’ordine del giorno. Ebbene, in questi ultimi quattro giorni non abbiamo fatto altro che prepararci alla riunione di ieri mattina e poter parlare in maniera chiara sia alla Regione che al DSU Toscana. Abbiamo costruito un discorso basato sul confronto con la comunità di cui siamo parte, sulla nostra esperienza di lavoro negli organi dell’Azienda Regionale, sulla raccolta dei dati e delle segnalazioni che ci arrivano. Insomma: ieri abbiamo partecipato alla riunione con l’intenzione di manifestare chiaramente i problemi che ci coinvolgono in prima persona. Il risultato? Scontrarci per ore contro il muro tirato su da un DSU Toscana non intenzionato a tornare sui propri passi e non disponibile al confronto.
Per capire meglio ciò di cui stiamo parlando, facciamo un piccolo passo indietro: la scorsa settimana il nostro Consiglio Territoriale degli Studenti è stato invitato ad un’audizione straordinaria della Quinta Commissione Regionale in cui si sarebbe parlato di tutela di diritto allo studio e caro affitti. Non ci sono state fornite molte informazioni, per cui, di fatto, non sapevamo come si sarebbe strutturato l’evento, né chi vi avrebbe preso parte. L’unica cosa sicura è che avremmo potuto portare un intervento, così come le rappresentanze degli Atenei di Siena e Firenze.
Dettagli a parte, di cosa abbiamo parlato? Certamente del caro affitti, che ha fatto arrivare il prezzo di mercato delle camere ad una cifra pari ai 400 euro mensili; dell’aumento spropositato delle tariffe della mensa, che mina alla base il welfare studentesco; ma anche delle difficoltà che, come rappresentanti, riscontriamo nell’instaurare un vero e proprio dialogo con l’Azienda e con la Regione.
Alla luce della riunione di ieri, ce lo chiediamo nuovamente: com’è possibile mantenere il dialogo con istituzioni che non hanno rispetto dei propri interlocutori?
Non abbiamo ricevuto delle risposte soddisfacenti e abbiamo potuto notare come a molte delle critiche portate dagli Atenei e Comuni toscani siano seguite giustificazioni sterili di carattere puramente personale. La denuncia unanime da parte di tutte le parti coinvolte è stato il mancato coinvolgimento nel processo decisionale che ha portato a ciò che stiamo vivendo oggi.
Tutto questo accompagnato dall’assenza di un’opportuna rappresentanza della Regione, in primo luogo il Presidente della Regione Giani e l’assessora al Diritto allo Studio Nardini, quando è stata più volte presentata la necessità di un raccordo maggiore proprio fra quest’ultima, l’ARDSU e gli Atenei. Vogliamo infine lasciarci mettendo in chiaro alcuni punti: ribadiamo l’importanza di maggior coinvolgimento e momenti di incontro, così come di condizioni che ci permettano di avere un rapporto sano con l’Azienda.
Vogliamo costruire un DSU capace di collaborare e che non vada alla ricerca di soluzioni semplici a problemi complessi, perché è ciò che ci meritiamo.